Le nuove professioni digitali che l’Italia non “sforna”

Cresce la richiesta di nuove professionalità in ambito digitale ma l’Italia non è pronta a soddisfare la domanda anche per via di una formazione universitaria non al passo coi tempi. Il Festival Supernova (a Brescia concluso il 2 ottobre) ideato da Talent Garden, la più grande comunità fisica in Europa per talenti del digitale, registra come le professioni al giorno d’oggi cambiano almeno ogni dieci anni mentre la formazione universitaria è tarata su cicli di lavoro anche centenari.

Durante Supernova si è parlato ampiamente delle professioni digitali più richieste oggi dal mercato.

Ci sono lo user experience director che gestisce l’esperienza-utente all’interno di spazi complessi (virtuali e fisici), il director of analytics e data analyst, gli esperti nella lettura e analisi dei dati o lo chief technology officer, che seleziona le tecnologie da applicare a prodotti e servizi offerti dall’impresa. In ascesa sono anche lo sviluppatore mobile, che si occupa di applicazioni per smartphone e tablet, il big data architect, che gestisce l’analisi dell’architettura del sistema dei dati e il web analyst, che interpreta i dati e fornisce analisi dettagliate sulle attività sul web. Sempre più ricercati anche il digital copywriter, che gestisce contenuti pubblicitari su piattaforme digitali (siti web, piattaforme e-commerce, ecc.), il community manager, addetto alla gestione di una comunità virtuale con i compiti di progettarne la struttura e di coordinarne le attività, e il digital PR, che si occupa delle pubbliche relazioni attraverso i canali online.  Le aziende cercano anche digital advertiser, per la gestione di campagne pubblicitarie sul web, e-reputation manager per gestire la reputazione online e SEO e SEM specialist, esperti di tecniche che aiutano le aziende a ottimizzare il posizionamento sui motori di ricerca.

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