Sul piano contabile, non sono cifre iperboliche: calcolando che Londra versa 1/8 dei contributi netti al bilancio comune, in teoria le spettano 5 mila bottiglie di vino o bollicine, 250 di cognac e opere d’arte per un valore introno ai 3 milioni di euro. Ma sono cifre che saranno sicuramente oggetto di duro contenzioso, se non altro per una questione di principio (parafrasando la Thatcher è un po’ come dire «I want my wine back!»).
Più interessante e sostanziosa sarà invece la partita sulle proprietà immobiliari, l’Unione europea disponendo di un patrimonio di edifici valutato intorno ai 10 miliardi di euro ai prezzi di acquisto, vale a dire quelli degli anni 80 e 90, ma per la quale i negoziatori di Sua Maestà chiederanno sicuramente un aggiornamento agli attuali valori di mercato. Proprietà prestigiose, a cominciare dalla londinese 32 Smith Square, celebre per essere stata la sede del Central Office del Partito conservatore, che l’Unione europea ha acquistato nel 2010 per 26 milioni di sterline, circa 30 milioni di euro, per farne l’Europa House, dove oggi sono gli uffici della Commissione e del Parlamento europeo a Londra.