Te la do io la Brexit! La Gran Bretagna vuole indietro dalla Ue soldi, immobili e vini pregiati

Come in ogni causa di divorzio degna di questo nome, anche in quella che porterà alla definitiva separazione tra il Regno Unito e l’Unione Europea gli stracci sono pronti a volare, scrive Repubblica.it. Con l’aggravante che sarà molto difficile e fonte di ulteriori e interminabili polemiche, districarsi tra le complessità finanziarie di un matrimonio molto affollato com’è quello europeo. Di sicuro Londra non vuole fare sconti e pretende tutto ciò che le spetta. A cominciare dal vino e dalle opere d’arte. Non è uno scherzo. Ci sono 42 mila bottiglie di pregiatissimi vini, cognac e altri alcolici, nella cantina della Commissione europea. Intere annate dei migliori Chateau francesi: Latour e Pétrus, Margaux e Haut Brion, Lafite e Figeac. Champagne da favola, come i millésime di Krug e Dom Pérignon. E poi i Sauternes, i Borgogna, gli Châteauneuf-du-Pape. Senza contare i più grandi vini italiani, austriaci, tedeschi, spagnoli. Di tutto questo, i negoziatori britannici reclamano la loro quota parte. Così come della ricca collezione d’arte contemporanea del Parlamento europeo.

Sul piano contabile, non sono cifre iperboliche: calcolando che Londra versa 1/8 dei contributi netti al bilancio comune, in teoria le spettano 5 mila bottiglie di vino o bollicine, 250 di cognac e opere d’arte per un valore introno ai 3 milioni di euro. Ma sono cifre che saranno sicuramente oggetto di duro contenzioso, se non altro per una questione di principio (parafrasando la Thatcher è un po’ come dire «I want my wine back!»).

Più interessante e sostanziosa sarà invece la partita sulle proprietà immobiliari, l’Unione europea disponendo di un patrimonio di edifici valutato intorno ai 10 miliardi di euro ai prezzi di acquisto, vale a dire quelli degli anni 80 e 90, ma per la quale i negoziatori di Sua Maestà chiederanno sicuramente un aggiornamento agli attuali valori di mercato. Proprietà prestigiose, a cominciare dalla londinese 32 Smith Square, celebre per essere stata la sede del Central Office del Partito conservatore, che l’Unione europea ha acquistato nel 2010 per 26 milioni di sterline, circa 30 milioni di euro, per farne l’Europa House, dove oggi sono gli uffici della Commissione e del Parlamento europeo a Londra.

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