La nuova Equitalia sarà più “cattiva” di prima

Dal 1 luglio 2017 la nuova Equitalia potrà “vedere” anche la consistenza del conto del contribuente, di quali rapporti finanziari è titolare, l’ammontare del suo stipendio o della pensione, la consistenza dei suoi patrimoni immobiliari. Una radiografia completa per scovare saldi attivi sui quali imporre la riscossione dei tributi. E’ la misura del decreto Fiscale in Gazzetta da lunedì 24 ottobre, che traduce in concreto il vero motivo dell’incorporazione di Equitalia dentro l’Agenzia dell’Entrate che non si limita al cambio del nome o  a un mero travaso di compiti, facoltà e poteri già conferiti ma potenzia la “capacità informativa” dell’esattore, aprendogli le banche dati che erano possesso semi-esclusivo dell’accertatore. In poche righe il decreto autorizza la nuova Equitalia ad utilizzarle “ai fini della riscossione”, superando così il nodo del bilanciamento tra le esigenze di gettito degli enti creditori e la garanzia del diritto alla privacy.

Gli effetti del “potenziamento della riscossione”, come titola l’articolo della norma, si annunciano prodigiosi: solo nel 2017 e solo per i pignoramenti, stando alla relazione tecnica che accompagna il decreto, i volumi di riscossione dovrebbero aumentare di 483 milioni di euro.

La nuova Equitalia potrà vedere quello che non aveva mai potuto guardare. A partire dall’Anagrafe tributaria per arrivare ai rapporti previdenziali, di lavoro o di impiego contenuti nella banche dati Inps e Inail e senza dimenticare i rapporti finanziari intrattenuti dai contribuenti italiani trasmessi alle Entrate da banche, poste, intermediari, Sgr etc. Uno scrigno, quest’ultimo, che solo per il 2015 vale 500 milioni di informazioni pervenute all’Agenzia. E che ora saranno terreno di caccia per il Grande riscossore nazionale che non li poteva esplorare, almeno finora. Equitalia, per fare un esempio, riusciva a sapere dell’esistenza di un conto corrente, non poteva saperne la consistenza.

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