Banca Etruria e le altre, un anno buttato via per risparmiatori e banche

A un anno esatto dal varo del decreto Salva banche i risparmiatori truffati di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti si troveranno davanti alla sede della Banca d’Italia a Roma per un sit-in di protesta, scrive Paolo Fior per Il Fatto Quotidiano. Dal 22 novembre 2015 ad oggi poco è stato fatto per loro e anche quel poco è stato fatto male. Innanzitutto, l’annunciato decreto sugli arbitrati non ha ancora visto la luce  con l’effetto di impedire a gran parte degli obbligazionisti (sono circa 130mila) di far valere i propri diritti con delle tempistiche certe e a dei costi accettabili, mentre il meccanismo automatico di rimborso parziale (al massimo l’80%) cui teoricamente avrebbero accesso circa 4mila obbligazionisti è partito solo dopo l’estate e procede molto a rilento. Si tratta di ritardi e di responsabilità precise del governo, scrive ancora Il Fatto Quotidiano,  che, a dispetto delle promesse, è tuttora inadempiente. Inoltre, nonostante i roboanti proclami di qualche mese fa, governo e Parlamento non sembra che abbiano alcuna voglia di accertare cause e responsabilità che hanno portato al dissesto i quattro istituti di credito, visto che – come denuncia l’associazione “Vittime del Salvabanche” – la Commissione parlamentare d’inchiesta non è ancora stata istituita e l’associazione ha inviato un appello ai sindaci e  ai presidenti delle regioni coinvolte (Toscana, Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo) affinché facciano pressioni politiche in questo senso.

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