Prima Renzi ha copiato Blair, ora Blair vuol copiare Renzi

Non c’è dubbio che Matteo Renzi, sopratutto nel periodo della sua ascesa al potere, si sia ispirato ai comportamenti e alla politica di Tony Blair. Lo ha aiutato anche l’età, più o  meno la stessa di quando è cominciata l’era aurea dell’ex primo ministro britannico. In quanti hanno detto o scritto di Renzi come il Blair italiano? Tantissimi. Ma ora Blair vuol fare il Renzi inglese.

Uno scoop del Sunday Times rafforza infatti le voci di un suo rientro in politica. Titolo eloquente: “La May è un peso leggero e Corbyn uno svitato, quindi torno io”. Secondo l’autorevole quotidiano britannico, che ne scrive con dovizia di particolari ma citando fonti anonime, Blair sarebbe inviperito per la svolta a sinistra del Labour e vedrebbe nell’incertezza provocata dalla Brexit la possibilità di un rientro. “Non è particolarmente entusiasta di Theresa May. Pensa sia una nullità, che Corbyn sia uno svitato e che i Tories stiano facendo un gran casino con la Brexit. Pensa che nello scenario politico britannico si sia creato un ampio spazio in cui potrebbe inserirsi”, riporta il quotidiano, citando una fonte non precisata ma abbastanza vicina a Blair da discutere con lui gli attuali scenari politici.

Lo staff di Blair, scrive Il Fatto Quotidiano, ha negato che l’ex leader laburista si sia espresso in questi termini ma non ha smentito il resto dello scoop. Secondo quanto ricostruito dal Sunday Times, dal giorno del referendum l’ex premier laburista sarebbe stato molto attivo nel sondare i margini di manovra per un suo rientro. Fra gli incontri più rilevanti, quello con George Osborne (ex potentissimo Ministro dell’economia del governo Cameron, sostenitore del Remain e dimissionato immediatamente da Theresa May), con cui Blair si sarebbe trovato d’accordo proprio sulla strategia post-referendum. Osborne starebbe creando una fronda interna al partito conservatore per contrastare l’ipotesi di una hard Brexit, e ne farebbero parte alcuni nomi di peso del partito come Nicky Morgan, Ministro dell’Istruzione nel secondo governo Cameron, e Anna Soubry, parlamentare dell’ala modernizzatrice dei Tories. Ma il progetto di Osborne non esclude la partecipazione anche di nomi di spicco del fronte laburista, da Lord Mandelson, uno degli architetti del New Labour, al giovane, brillante parlamentare Chuka Umunna, in rotta di collisione con i Corbynisti. Theresa May sarebbe al corrente di questo dialogo fra esponenti di spicco dei due partiti, che i suoi collaboratori a Downing street avrebbero definito “allenza diabolica”, creata con lo scopo di boicottare il risultato del referendum, conclude Il Fatto Quotidiano.

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