In Cina i supermercati sulla via del tramonto come le agenzie di viaggio

Come noto ormai da tempo, i cinesi hanno una propensione all’acquisto online nettamente superiore al resto del mondo.

Le statistiche parlano di una media di 9 acquisti mensili pro-capite, contro 5,5 degli Stati Uniti e 3 della Germania.

Le motivazioni di questo fenomeno sono molteplici.

La principale è che una vera economia di mercato e l’accesso ai beni di consumo in Cina si sono sviluppati negli ultimi 20 anni parallelamente a internet, così che la popolazione si è direttamente avvicinata al consumismo online.

Seguono poi motivazioni più pratiche, come le dimensioni del Paese e delle città stesse (sono ben 50 le megalopoli da oltre 5 milioni di abitanti, 50 Parigi) dove tutto è lontano; o come il bassissimo costo di consegna (1 Euro in città e 2-3 Euro in tutto il Paese).

Qualunque siano le motivazioni, di fatto i cinesi comprano online qualunque cosa e soprattutto i beni di consumo quotidiano, dalla soia alla carta igienica. Tanto che questo sta mettendo in crisi la grande distribuzione organizzata e in particolare quella internazionale come Carrefour, che ha portato in Cina il format del supermercato come noto in Europa.

Da giorni nel Paese circola l’allarmante notizia che la Liaoning Chengda Co Ltd, società di stato nella provincia del Liaoning [nel Nord Est], ha deciso di liquidare la propria partecipazione in 6 Carrefour locali perché ormai ben 5 di essi sono in perdita.

Tutti sappiamo come internet abbia cambiato il mondo del turismo e delle agenzie turistiche, pensare che questo possa accadere anche con i supermercati non è cosa azzardata.

In fin dei conti, come tantissimi altri prodotti da supermercato, la carte igienica non va provata in negozio! 😉

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