Il cortocircuito informativo non riguarda solo la modalità con la quale è stato comunicato il rinvio della decisione sull’aumento, una modalità atta a creare disparità informativa sul mercato e sulla quale però la Consob ha scelto di non intervenire. A lunedì sera non sono ancora neanche stati diffusi i risultati definitivi dell’offerta di conversione dei bond subordinati in azioni che si è chiusa venerdì scorso. E questo non è solo irrituale: è stata fatta un’offerta pubblica al retail e agli investitori istituzionali e dal suo risultato, come scritto nel prospetto, dipende in gran parte l’operazione di ricapitalizzazione. Non solo, a valutarne l’esito soddisfacente o meno saranno le stesse banche chiamate a decidere se dare corso alla costituzione del consorzio di garanzia per l’aumento di capitale. Ma la realizzazione stessa dell’aumento di capitale e il suo buon esito è a sua volta condizione indispensabile affinché l’offerta sia valida e la conversione possa avere corso. Insomma, è un’operazione in cui “tutto si tiene” e in cui la discrezionalità delle banche è massima e quindi, per definizione, sta agli antipodi della trasparenza informativa nonostante le azioni siano quotate e i bond subordinati oggetto dell’offerta siano stati collocati in massa al retail, vale a dire ai correntisti dello stesso istituto.
Possibile che non venga posto un limite alla discrezionalità? Che si consenta a non meglio specificate “fonti vicine all’operazione” di fornire – anziché dati e notizie oggettive – rumors price sensitive interpretabili a piacere? Cosa significa permettere agli “attori in campo, compresi i possibili anchor investor”, di valutare l’evoluzione del quadro politico? Che gli anchor investor ci sono o che gli advisor (e la banca) si danno ancora un po’ di tempo prima di staccare la spina? Non è ammissibile che – complice il silenzio delle autorità di controllo (Consob e Banca d’Italia) – si continui a giocare una partita a carte coperte, con tanto di bluff e rilanci, sul destino della terza banca italiana di cui peraltro il Tesoro è il primo azionista.
FONTE: www.ilfattoquotidiano.it