Siamo tranquilli che non arriverà un’altra tegola Montepaschi?

Dunque per la Bce i 5 miliardi di aumento di capitale per Montepaschi non bastano più. Ne occorrono addirittura 8,8, quasi il doppio. Ma cosa deve essere successo in quella banca dal 23 novembre quando è stato lanciato l’aumento di capitale a Natale, quando il governo ha varato il cosiddetto decreto salvarisparmio? Cose grosse, immaginiamo, vista la differenza degli importi. Come se non bastasse sono arrivate le dichiarazioni del presidente dell’Eurogruppo e di quello della Bundesbank. Tutti e due hanno sostanzialmente detto che l’intervento pubblico deve essere l’ultima spiaggia e prima bisogna passare dalle forche caudine del bail in. Già ma proprio i tedeschi, qualche anno fa, non hanno pompato denaro pubblico dentro le loro banche decotte? E’ vero, erano altri tempi. Ma così è troppo comodo, è come sparare sulla Croce rossa. Il rischio è che dal braccio di ferro che può venir fuori tra italia da una parte e Europa-Bce-Germania dall’altra, chi possa pagare le conseguenze più pesanti sia ovviamente l’Italia che paga i ritardi degli ultimi anni proprio sugli inevitabili interventi pubblici sulle banche che sono stati sempre rinviati finché la situazione non si è imputridita. E ora? Speriamo che non arrivi un’altra tegola sul risparmio italiano con un bail in, o qualcosa di simile su azionisti e sopratutto obbligazionisti subordinati del Montepaschi. Un rischio che può estendersi a macchia d’olio anche sulle altre banche italiane malmesse. Non sarà un inizio d’anno facile per le banche e il governo italiano.

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