Sarebbero infatti circa 28 i milioni di euro donati dagli italiani per i terremotati di Marche, Lazio e Abruzzo. Che però non li avrebbero mai visti arrivare a destinazione.
Se questi soldi ci sono perché non vengono spesi?
Nessun mistero: è infatti sempre esclusa l’utilizzabilità dei fondi durante la fase emergenziale, mentre potranno essere utilizzati per la ricostruzione una volta che sarà chiusa la raccolta, al momento fissata per il 14 febbraio.
A spiegarlo è stata la Protezione Civile in una nota:
“In riferimento alle nuove errate informazioni che circolano soprattutto sui social in merito all’utilizzo delle donazioni raccolte attraverso il numero 45500, si precisa che, come indicato anche nel Protocollo che ne disciplina il funzionamento, queste serviranno per supportare la ricostruzione dei territori colpiti. Per la fase di gestione dell’emergenza, infatti, sono destinate tutte le necessarie risorse attraverso i fondi pubblici.
In particolare, in questa emergenza, come disposto dal decreto legge 189 convertito, le donazioni confluiranno nella contabilità speciale del Commissario straordinario alla ricostruzione e saranno gestite passando dal controllo di un Comitato dei Garanti, come prevede proprio il Protocollo.
Saranno i territori a valutare, in raccordo con Regioni e Commissario e sulla base delle esigenze valutate nell’ambito del più complessivo piano della ricostruzione, a indicare su quali progetti destinarli”.
Così oggi i soldi oggi sono fermi in un conto aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato, in attesa che finalmente termini quella che è ormai un’emergenza senza fine e che possa effettivamente partire la fase di ricostruzione.