Puntare sulla sterlina alla faccia della “hard Brexit”

Fuggire dalla sterlina? No. Gli analisti ritengono che nel medio termine, la valuta britannica dovrebbe sfoggiare una performance a V, ovvero dopo avere toccato i minimi, dovrebbe risalire finanche ben al di sopra di 1,30 nei confronti del dollaro. Non sarebbe questo il momento di entrare long sulla sterlina, ma bisognerà attendere, se le argomentazioni di cui sopra si riveleranno valide, i tempi più bui di marzo-aprile. Intanto però la valuta britannica sta rimbalzando: in pochi giorni ha recuperato circa il 3% proprio a cavallo della votazione della Camera dei Comuni proprio a favore della Brexit. Chiaramente, la reazione del mercato valutario dipenderà molto dalle modalità con cui le trattative tra Londra e Bruxelles verranno portate avanti. Un negoziato duro (“hard Brexit”) non giocherebbe a favore della sterlina, lasciando presagire un divorzio del Regno Unito dalla UE a condizioni reciprocamente penalizzanti, ovvero con anche l’addio del primo al mercato comune. Viceversa, nel caso di negoziato più costruttivo, si avrebbe un possibile recupero del cambio più veloce e più evidente.

C’è anche il fattore tassi UK da tenere in considerazione. L’inflazione nel Regno Unito ha chiuso il 2016 all’1,6%, ma la Bank of England la stima già al 2,7% alla fine di quest’anno, oltre il target del 2%, conseguenza del maggiore costo dei beni importati.

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