Hai rovinato la banca? E beccati ‘sto superbonus

Cari manager, avete distrutto le banche? Allora niente superbonus. Al cittadino comune, uomo di buon senso, una decisione del genere sembra il minimo sindacale. Invece per la politica no. Chi fa danno ha diritto a un premio, meglio se anche consistente. L’occasione migliore che si è presentata per bloccare i superbonus ai manager delle banche che hanno o avranno bisogno dell’intervento dello Stato era la presentazione in senato del decreto che stanzia 20 miliardi per, appunto, l’aiuto statale ad alcune banche: sicuramente al Monte dei paschi, probabilmente a Popolare di Vicenza e Veneto banca.

Tre emendamenti presentati dai «Civici e Innovatori», gruppo di ex montiani non confluiti in Ala, scrive il Corriere della sera, hanno cercato di raggiungere l’obiettivo. Uno di essi, ha raccontato il Corriere della Sera, prevedeva l’obbligo di legare la parte variabile del compenso ai manager delle banche salvate con denaro del contribuente ai risultati dell’azienda, e vietava di liquidare i bonus prima che lo Stato avesse recuperato sull’investimento fatto per salvarla. Un secondo emendamento prevedeva che decadesse qualunque accordo contrattuale preesistente che prevedesse “paracadute d’oro” o bonus straordinari in uscita per i manager che se ne vanno da banche che lo Stato ha dovuto salvare. Un terzo emendamento dava poi allo Stato azionista di banche, che sia domani Mps o dopodomani la Popolare di Vicenza o Veneto Banca, il potere di promuovere da solo azioni di responsabilità contro gli amministratori; l’obiettivo era accelerare le cause anche quando le reti di relazioni su un territorio tendono a tutelare chi ha abusato del proprio potere di fare credito.

Ma nessuno degli emendamenti è passato, perché il ministero dell’Economia in Senato si è opposto. Domanda ingenua: ma lo Stato non eravamo tutti noi?

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