Altro che manovra da 3,4 miliardi, i contratti sui derivati ce ne costano 39

Il Movimento 5 Stelle è scatenato sui contratti derivati stipulati dal Tesoro che stanno costando un patrimonio allo Stato. “Mentre la Commissione Ue crocifigge l’Italia per 3,4 miliardi di manovra correttiva i derivati del Tesoro”, scrive il blog di Beppe Grillo, “ci sono costati oltre 23 miliardi soltanto tra il 2011 e il 2015. E il buco potenziale si avvicina ai 39 miliardi, come confermato dallo stesso ministro Padoan. Ora è il momento di fare piena trasparenza sui contratti: questo salasso è inaccettabile e ha azzerato senza colpo ferire i benefici del Quantitative easing. I numeri snocciolati da Padoan in aula su swap e swaption sono al tempo stesso impressionanti e desolanti. Siamo di fronte a scommesse che non hanno nulla a che vedere con una tutela di stampo ‘assicurativo’ rispetto alle oscillazioni dei tassi”.

“Dopo l’early termination 
(risoluzione anticipata) dei derivati che ci è costata 3,1 miliardi a beneficio di Morgan Stanley nel 2012, , continua il Movimenti 5 Stelle, Padoan ha ammesso che lo Stato ne ha subita un’altra nel 2016 con un miliardo di esborso: esattamente i primi fondi che si dovrebbero stanziare per i terremotati. Il nostro portafoglio complessivo in swap è negativo per 4,2 miliardi l’anno scorso e l’esercizio di 4 swaption da parte delle banche ha generato esborsi per 2,5 miliardi netti. Altre due swaption ristrutturate nel 2015 ci sono costate quasi mezzo miliardo e due saranno esercitate a breve, ci ha spiegato Padoan, che non è stato poi molto chiaro circa l’impatto di altre due opzioni rinegoziate e ‘smontate’ nel 2016, che pare ci siano costate almeno un altro mezzo miliardo”.

 

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