L’Europa è preoccupata per il debito pubblico italiano che cresce ogni mese di più o quantomeno non accenna a scendere significativamente. Questo è quello che tutti (o almeno tanti) pensano. E anche la richiesta della manovra correttiva per 3,4 miliardi sotto la minaccia di una procedura di infrazione è da leggere in questa prospettiva. Ma quello che preoccupa di più i funzionari di Bruxelles più “raffinati”, tanto da definirla una vera bomba è la situazione delle banche italiane. Le banche hanno 356 miliardi di crediti in sofferenza di cui sanno che circa il 50% non tornerà mai indietro. I crediti più rischiosi sono stati svalutati nei bilanci di oltre il 50% ma basterà? Forse no, perché chi li ha ceduti, come Unicredit lo ha fatto ricavando percentuali molto più basse. Proprio la banca di Mustier ha incassato circa il 13% e se questi npl arrivassero in massa sul mercato n(un fenomeno che si sta già in parte verificando) sarebbero molto difficili da assorbire e potrebbero portare il loro valore a scendere ancora in presenza di una forte pressione dell’offerta.
Per di più si comincia a temere che i 20 miliardi stanziati dal governo con il decreto Salvarisparmio possano non essere più sufficienti alla luce delle esigenze del Montepaschi (ancora non determinate perfettamente e con l’Europa che sta chiedendo alla banca risparmi superiori a quelli inizialmente ipotizzati come ulteriori tagli al personale) e delle richieste avanzate da Veneto Banca e Banca Popolare Vicentina. Ma l’elenco degli istituti che vorranno attingere al decreto Salvarisparmio, siamo sicuri che si fermerà qui?