“L’aumento dell’Iva? Sarebbe un toccasana”. La Ue è un Pinocchio interessato

Se l’Italia non farà la brava con l’Europa prima o poi scatteranno le clausole di salvaguardia che significa un aumento dell’Iva temutissimo da tutti i governi (e soprattutto dagli italiani) che potrebbe mettere definitivamente in ginocchio il paese, tanto che gli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno fatto di tutto per rinviare la famigerate clausole di salvaguardia. Ora però è uscito uno studio europeo che dice tutto il contrario: ossia l’aumento dell’Iva fa bene.

Portare l’Iva dal 10 al 13% avrebbe effetti “progressivi” e comporterebbe aumenti del reddito disponibile fino al 3% per le fasce più basse se le risorse fossero destinate a un credito d’imposta per il lavoro dipendente. A indicarlo è uno studio della Commissione Ue, contenuta nei documenti di Bruxelles allegati alla comunicazione sugli squilibri macroeconomici inviata al governo italiano il 22 febbraio. Nel documento di lavoro si sottolinea che “uno spostamento ottimale del carico fiscale verso i consumi potrebbe ridurre ulteriormente l’onere fiscale sul lavoro e favorire la lotta contro la povertà e la disuguaglianza”. La simulazione del Centro comune di ricerca della Commissione considera sia l’aumento della sola Iva agevolata che quello combinato a un aumento dell’aliquota ordinaria dal 22 al 24%. Il primo scenario (Iva agevolata al 13%) “è in linea con la raccomandazione di razionalizzare le agevolazioni fiscali” e con le norme italiane che impongono la loro “revisione annuale”.

Ma guarda un po’. L’aumento dell’Iva è il toccasana per tutti i mali italiani. Peccato che lo sia anche per le casse della Ue, visto che proprio il gettito fiscale dell’Iva è il primo parametro su cui si basano i versamenti degli Stati All’Europa.

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