Carte prepagate internazionali: ecco l’identikit del traffico telefonico
“Finora”, spiega Marco Iannucci, l’AD di Clouditalia, “abbiamo venduto oltre 100 milioni di “carte virtuali” e ogni giorno contiamo circa 6 mila nuovi acquirenti. Le nostre prepagate Edicard, ad esempio, consentono di effettuare chiamate dall’Italia verso tutte le destinazioni nazionali e internazionali a prezzi molto vantaggiosi e, attualmente, questo segmento di business contribuisce circa all’8% del nostro fatturato”. Chi sono dunque gli utilizzatori dei servizi prepagati internazionali e soprattutto quali le loro abitudini? L’Osservatorio Big Data di Clouditalia ha provato così a tracciare l’dentikit dei suoi clienti.
Solo lo scorso anno sono stati gestiti 15 milioni di chiamate e ben 125 milioni di minuti di conversazione, la cui durata media si è attestata intorno agli 8 minuti. Il traffico telefonico è stato diretto principalmente verso l’Europa (42%), seguita dal Sud America (22%). Al terzo posto troviamo il Nord America (14%) e al quarto l’Asia (10%). A pari merito Oceania e Africa con il 6% del flusso di telefonate ricevute dall’Italia.
Tuttavia i paesi più chiamati per quantità di minuti sono – in ordine – USA, Polonia, Australia e Argentina; anche se i più prolissi in assoluto risultano essere gli islandesi, con una media di 16 minuti a chiamata. Tra i “Grandi Parlatori” figurano anche i peruviani e gli argentini, rispettivamente con una media di 14 e 12 minuti a telefonata, mentre i più sbrigativi – con appena 2 minuti a conversazione – sono i maliani. Chi, invece, non bada a spese per chiamare amici e parenti sono i polacchi.
E i continenti più romantici? A scalare la classifica sono Europa, Sud e Nord America che il giorno di San Valentino non risparmiano parole d’amore, totalizzando ciascuno un incremento delle chiamate superiore al 30%, a differenza degli asiatici, dove la festa è tutt’altro che sentita (-19% del traffico telefonico in uscita dall’Italia). Entrando nel dettaglio tra i più “calienti” – manco a dirlo – cubani, messicani e uruguaiani, anche se al primo posto troviamo gli Olandesi, con un aumento delle chiamate pari al 113%. Se pensate che i più “mammoni” siano gli europei vi sbagliate di grosso. A effettuare più telefonate durante la seconda domenica di maggio sono i già citati cubani (con un incremento del traffico in uscita di oltre il 200%), seguiti dagli ecuadoriani (161%).
A influire quindi sui picchi giornalieri del traffico telefonico internazionale sono, senza ombra di dubbio, le festività con il Santo Natale in testa (+110%), seguito dal Capodanno (+90%) e dalla Pasqua (+80%). Immancabile anche il ruolo giocato dalla vecchia e cara cabina telefonica, da cui partono moltissime chiamate dirette in Africa e nello specifico in Nigeria, le cui conversazioni rappresentano il 17% delle telefonate effettuate da cabina. Un fotogramma che – negli ultimi anni – rispecchia il fenomeno della migrazione da questo continente verso l’Italia, così come dimostrano i dati diffusi da UNHCR – The UN Refugee Agency. Infatti, il 50% del traffico telefonico che dal nostro Paese converge in Africa è diretto in Nigeria (25%), Eritrea (8%), Costa d’Avorio (5%), Senegal (4%), Libia (4%) e Sudan (4%).
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