La proposta di legge dell’on Titti Di Salvo (Pd) prevede che lo stipendio venga corrisposto in questi tre modi: a) accredito diretto sul conto corrente del lavoratore; b) pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale; c) emissione di un assegno da parte dell’istituto bancario o dell’ufficio postale consegnato direttamente al lavoratore. La scelta del sistema di pagamento è rimessa direttamente al lavoratore.
Il datore di lavoro, al momento dell’assunzione, ha l’obbligo di comunicare al centro per l’impiego competente gli estremi dell’istituto bancario o dell’ufficio postale che provvederà al pagamento delle retribuzioni al lavoratore.
L’ordine di pagamento potrà essere annullato solo con trasmissione all’istituto bancario o all’ufficio postale di copia della lettera di licenziamento o delle dimissioni del lavoratore, rese secondo le modalità di legge.
Sono previste sanzioni per i datori di lavoro che non ottemperano agli obblighi introdotti da questa proposta. Sono tuttavia esclusi da queste modalità di pagamento i datori di lavoro che non sono possessori della partita Iva, i quali spesso non sono neanche titolari di un conto corrente.
FONTE: www.firstonline.info