L’ascesa della candidata di estrema destra, Marine Le Pen, nella corsa elettorale francese ha innervosito molti per vari motivi, primo fra tutti la sua volontà di lasciare la zona euro, ponendo praticamente fine alla moneta unica.
Successivamente, scrive John Rubino su DollarCollapse.com, quando dai sondaggi è emerso che pur arrivando al ballottaggio, la leader del Front National perderebbe comunque contro un candidato dell’establishment di venti punti percentuali, gli europeisti si sono sentiti sollevati.
L’infografica riportata di seguito basata sui dati di febbraio mostra esattamente questa prospettiva:
La svolta è arrivata lo scorso mese, quando il candidato comunista Jean-Luc Mélenchon, precedentemente sottovalutato, ha messo sotto accusa i principali rivali sottolineando quanto fossero corrotti e ha portato dalla sua tanti elettori francesi, prosegue Rubino.
Secondo alcuni sondaggi, Mélenchon avrebbe addirittura scavalcato il conservatore François Fillon, piazzandosi terzo nella competizione elettorale che vedrà i due candidati più forti scontrarsi al ballottaggio del 7 maggio.
Il fondatore del Partito di Sinistra vuole uscire la NATO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, e bloccare i trattati commerciali europei con gli Stati Uniti e il Canada, oltre a prendere in considerazione l’ipotesi di lasciare del tutto l’Ue.
Il grafico successivo riportato dal Washington Post mostra quanto sia diventata serrata la corsa per il ballottaggio:
Secondo Rubino, è improbabile che Le Pen e Mélenchon possano arrivare al secondo turno, anche se gli ultimi sondaggi non sembrano escludere alcuna ipotesi.
Se volessimo fare un parallelo con gli Usa, questo confronto ricalcherebbe una possibile sfida tra Donald Trump e Bernie Sanders, ma con una posta in gioco di gran lunga superiore perché sia Le Pen che Mélenchon minaccerebbero l’esistenza dell’euro e dell’Unione europea, la più grande entità economica del mondo.
Quasi non importa, quindi, chi vincerebbe il ballottaggio. La sola prospettiva di essere rappresentati dall’uno o dall’altro farebbe affondare l’euro e innescherebbe una fuga precipitosa dai titoli italiani, spagnoli e portoghesi, con danni irreparabili alla zona euro addirittura prima che il vincitore definitivo assuma il potere.
In Francia, la destra si sente tradita dall’apertura delle frontiere e dall’eccesso di regolamentazione, la sinistra da un’élite inaffidabile che sembra sempre di trarre profitto a spese degli altri. Ed entrambe le parti subiscono l’impennata del debito a tutti i livelli della società.
Quindi, anche se non vincerà un candidato estremista questa volta, l’establishment potrebbe creare un pasticcio ancora più grande, aumentando le probabilità di una vittoria di un outsider nei prossimi anni, conclude Rubino.
FONTE: www.sofiaconfidential.it