Uber, il ceo Kalanick si è dimesso

Il più grande unicorno al mondo resta senza guida. Secondo quanto riporta il New York Times, un gruppo di grandi investitori di Uber avrebbe chiesto le immediate dimissioni dell’amministratore delegato Travis Kalanick. Lo stesso ha accettato l’intimidazione dopo “ore di discussione”, ma resterà nel consiglio e con il controllo della maggioranza delle azioni di voto.

“Amo Uber più di ogni altra cosa al mondo e in questo momento difficile della mia vita personale ho accettato la richiesta degli investitori di farmi da parte in modo che la società possa tornare a crescere senza essere distratta da altre lotte,” ha dichiarato Kalanick al quotidiano statunitense.

Sono tanti infatti i problemi che minacciano Uber. La leadership del ceo stesso era già messa in discussione da una serie di episodi: a marzo Kalanick aveva avuto uno scontro verbale fatto di insulti e immortalati in un video con uno dei guidatori del gruppo al quale poi chiese pubblicamente scusa. A gennaio, l’ingresso in un consiglio economico del presidente americano Donald Trump, da cui uscì sulla scia delle polemiche di dipendenti e consumatori. Lo scorso mese, la prima di una serie di cause per molestie sessuali e discriminazione di genere che hanno portato la settimana scorsa al licenziamento di 20 persone. Kalanick è inoltre in lutto: il mese scorso ha perso la madre in un incidente in barca in cui il padre è rimasto gravemente ferito.

In tutto questo Kalanick aveva riconosciuto di aver bisogno di un aiuto. Ma la società è ancora alla ricerca di un direttore operativo da affiancargli e rimane ancora vacante la posizione di responsabile finanziario e si allunga la lista di figure apicali perse o allontanate. Insomma, ora per Uber si apre un periodo cruciale.

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