730 fai-da-te, 10 mosse da fare per non sbagliare

Il 24 luglio è l’ultimo giorno in cui i contribuenti (circa 30 milioni gli interessati) possono presentare il modello 730 direttamente tramite il sito delle Entrate. Secondo Il Sole 24 Ore sono 10 le mosse da fare prima e dopo l’invio per non sbagliare il fai-da-te.

1. Il confronto tra i dati
Uno dei controlli più utili è incrociare i propri documenti giustificativi (ricevute, scontrini, certificazioni uniche, ecc…) con le informazioni che risultano dal “foglio informativo” inserito in coda alla precompilata. In alcuni casi l’allineamento sarà perfetto, in altri casi il contribuente sarà in possesso dei documenti relativi a spese non citate nel foglio informativo e in altri casi ancora sarà il prospetto a menzionare oneri di cui non si hanno le ricevute.

2. Alla ricerca dei giustificativi
Può capitare che il 730 riporti spese di cui il contribuente non ha conservato la ricevuta. Accade spesso se si clicca su “visualizza il dettaglio” delle spese sanitarie. Nella maggior parte dei casi si tratta di scontrini farmaceutici che sono andati persi, ma quando sono in gioco spese più rilevanti (come ricevute del dentista o per l’acquisto degli occhiali) può valere la pena di chiedere una copia del documento dell’operatore sanitario così da poter detrarre la spesa anche se si modifica la precompilata.

3. Non solo oneri detraibili
Se ci si accorge che nella dichiarazione manca un onere detraibile, il contribuente può anche rinunciare a inserirlo (ad esempio, la ricevuta per le attività sportive dei ragazzi) perché la ricevuta è andata persa, perché non si vuole modificare il modello correttivo o integrativo. Non così per redditi mancanti, che vanno soggetti a controlli anche se si accetta il modello senza modifiche.

4. Il check sui codici fiscali
Il codice fiscale del coniuge deve essere sempre inserito nella dichiarazione dei redditi, anche se non è fiscalmente a carico. La sola aggiunta del coniuge non conta come modifica del modello ai fini dei controlli formali. Nel caso dei figli a carico, va riscontrata la presenza nei bambini nati nel 2016 (sono segnalati casi in cui non risultano) e bisogna controllare che sia il corretto il numero di mesi in cui il bambino ha avuto meno di tre anni nel 2016: entrambe sono “modifiche” sostanziali.

5. Focus su variazioni e locazioni
Le situazioni più a rischio di errore sono quelle in cui il contribuente possiede fabbricati per i quali nel 2016 ha variato l’utilizzo o per i quali ha stipulato o risolto contratti di locazione. Attenti anche alla correttezza del canone di contratti già in essere a inizio 2016 (a volte è riportato l’importo di vecchi contratti) e alla presenza della spunta nella casella riservata all’opzione per la cedolare secca.

6. Verifica sulle scelte del 2016
Va fatto un controllo accurato. Chi nel 2016 ha incassato rimborsi relativi a spese sostenute in anni precedenti, ad esempio, da una cassa sanitaria, li trova nella precompilata tra i redditi soggetti a tassazione separata. Se il contribuente nella dichiarazione presentata nel 2016 aveva detratto la spesa al netto dei rimborsi deve ridurre o eliminare l’importo. Altrimenti lo deve lasciare così com’è. Lo stesso vale per i rimborsi non risultati della precompilata.

7. L’incrocio con i pagamenti 2016
Per i contribuenti che nel 2016 hanno pagato le imposte tramite il modello F24 (perché hanno presentato il modello Unico o perché hanno fatto il 730 ma erano senza sostituto d’imposta) è sempre utile controllare che tutti i versamenti siano stati eseguiti correttamente, scaricando i modelli dal “Cassetto fiscale” (accessibile con il pin Fisconline). Potrebbero emergere pagamenti insufficienti o talora duplicati: eventuali acconti 2016 versati in eccesso, naturalmente, non comportano maggiori imposte.

8. Oltre il Cassetto Fiscale
Il modello inviato al Fisco sarà disponibile anche in futuro nel “Cassetto fiscale” del contribuente. Prima dell’invio, però è utile stampare la bozza cliccando sul bottone “Modello pdf” dalla pagina di invio per fare un ultimo controllo. Dopo l’invio è in ogni caso consigliabile salvare sul proprio Pc il modello trasmesso e la ricevuta di invio, che conferma l’acquisizione del file e viene resa disponibile dopo alcune ore.

9. Conservare i documenti
Chi invia il modello con il fai-da-te deve conservare i giustificativi fino al quinto anno successivo a quello d presentazione. È importante fotocopiare gli scontrini, che possono sbiadire. Utile anche le scansioni digitali. Chi accetta la dichiarazione senza modifiche (o con modifiche che non incidono sul reddito o sull’imposta) non è soggetto ai controlli formali sui documenti relativi agli oneri comunicati al Fisco da terzi (come le banche).

10. Correggere gli errori
Se il contribuente si accorge di aver commesso un errore dopo aver inviato il 730/2017 o il modello Redditi, entro il 2 ottobre può presentare un modello direttamente al sito delle Entrate con il Pin Fisconline; in seguito si potrò inviare il modello Redditi integrativo, ma solo se la modifica è a favore del contribuente e solo rivolgendosi a un intermediario abilitato.

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