Blockchain, una rivoluzione già tra noi

10% Pil mondiale su blockchain entro il 2025

Si fa presto a dire blockchain: normalmente siamo abituati a pensare alla tecnologia che sta dietro alle criptovalute come un qualcosa che in un futuro più o meno prossimo cambierà il mondo, scordandoci o non rendendoci conto che già lo sta facendo. Secondo il World Economic Forum il 10% del Pil mondiale sarà archiviato su blockchain entro il 2025, il che significa che le aziende globali si stanno già preparando a questo cambiamento sistemico.

Si contano già ora utilizzi in almeno 50 settori

I casi di utilizzo sono vari, ma i vantaggi derivati dall’uso della tecnologia a registro diffuso restano sostanzialmente gli stessi: trasparenza, immutabilità, ridondanza e sicurezza. Su Medium, piattaforma di blogging aperta nel 2012 dal co-fondatore di Twitter, Evan Williams, un articolo di Matteo Gianpietro Zago (startupper, fondatore di Mobilife+ ed Essentia One) ricorda come siano non meno di 50 i campi di utilizzo della tecnologia blockchain già sviluppati.

Dalla finanza alla pubblicità

Si va dai sistemi di pagamenti, come in Giappone (dove un consorzio di banche ha annunciato che svilupperà un sistema di pagamenti mobili basandosi sulla blockchain Ripple), alle assicurazioni (AIG, in partnership con IBM, ha già completo un test pilota per uno “smart contract” per una polizza multi-nazionale per Standard Chartered Bank), dal turismo, come alle Hawaii (dove è già possibile pagare beni e servizi in Bitcoin) alla pubblicità (il New York Interactive Advertising Exchange in partnership col Nasdsaq utilizza la tecnologia blockchain per sviluppare un marketplace dove marchi, publisher e agenzie pubblicitarie potranno comprare spazi pubblicitari).

Anche Ubisoft e De Beers la sviluppano

E poi ancora: Ubisoft sta già studiando come implementare la blockchain Ethereum nei suoi videogiochi, in Ucraina si è già completata una prima transazione immobiliare pilota utilizzando anche in questo caso la blockchain Ethereum, mentre De Beers Group, il principale distributore mondiale di diamanti, ha sviluppato una propria blockchain per stabilire una “identità digitale per ogni diamante registrato sulla piattaforma”.

Una rivoluzione già in atto

La blockchain è poi una tecnologia che sembra poter garantire l’autenticità delle opere d’arte non meno che l’originalità dei prodotti alimentari, lo sviluppo delle smart city piuttosto che i diritti della comunità Lgbt, la registrazione accurata dei dati sulle scorte petrolifere o la sicurezza e rapidità delle operazioni di gestione di reti ferroviarie. Praticamente non esiste campo dell’azione umana in cui questa tecnologia non sià già in corso di sperimentazione o di studio: la “rivoluzione blockchain” non sta dunque “per arrivare”, è già in atto anche se fatichiamo a rendercene conto.

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