Jack Ma pensa al dopo-Alibaba
Jack Ma si prepare ad una “seconda vita” dopo Alibaba. L’ex insegnante di inglese, che nel 1999 fondò Alibaba.com come marketplace B2B grazie a 60 mila dollari raccolti assieme ad altri 18 co-fondatori e che grazie al successo ottenuto da Alibaba stessa (ormai un’azienda da oltre 414 miliardi di dollari di capitalizzazione) dispone ormai di un patrimonio personale di oltre 40 miliardi di dollari, sta pensando di darsi alla filantropia.
Il modello di riferimento è Bill Gates
Ma già nel 2013 ha fatto un passo indietro rinunciando alla carica di Ceo, pur rimanendo il “volto” di Alibaba: ora vorrebbe creare una fondazione benefica a suo nome, seguendo l’esempio di Bill Gates, fondatore e principale azionista di Microsoft. “C’è molto che posso imparare da Bill Gates” ha ammesso in un’intervista a Bloomberg Television il magnate cinese, aggiungendo “credo che un giorno, presto, tornerò a insegnare. Questa è una cosa che credo di saper fare molto meglio che essere il Ceo di Alibaba”.
Potrebbe nascere una Fondazione Jack Ma
Ma, classe 1964, non ha voluto precisare se girerà parte della sua fortuna a un trust, come fatto da Gates e altri magnati, o se darà direttamente in beneficienza una parte del suo patrimonio, ma ha sottolineato come sia almeno una decina d’anni che stava pensando e preparando la nascita di una “Jack Ma Foundation”. Ma, tra i primi imprenditori stranieri ad incontrare Donald Trump dopo la sua elezione, sembra anche voler trovare il modo di favorire un riavvicinamento tra Cina e Stati Uniti.
Tecnologia serva a combattere la povertà
“La prima rivoluzione tecnologica ha causato la prima guerra mondiale, la seconda rivoluzione ha portato alla seconda guerra mondiale, ora siamo di fronte ad una terza rivoluzione tecnologica, cosa potrà accadere? Dovrebbe esserci una guerra contro la povertà e l’indigenza” ha proposto. Non è chiaro al momento se Ma cederà la sua quota in Alibaba, in che tempi e a chi, in ogni caso già ora Alibaba è governata tramite un sistema di partnership che consente ai top manager di Alibaba e dei suoi affiliati di contribuire alle decisioni prese dal Cda. Insomma: anche senza il suo fondatore, il colosso cinese dell’e-commerce dovrebbe poter avere un futuro importante davanti a sé.