Alitalia, torna a salire la tensione in vista delle scadenze di ottobre

Alitalia, il 31 ottobre si avvicina

Qualche segnale confortante ma anche molte preoccupazioni. Il 31 ottobre scadranno per Alitalia la cassa integrazione, il contratto di lavoro e la procedura di vendita senza che per ora si sappia niente del futuro dell’ex compagnia di bandiera italiana, da anni in profonda crisi. Ma la gestione commissariale ha già prodotto un piccolo miracolo, col terzo trimestre che dovrebbe chiudersi con un piccolo utile di 2 milioni di euro secondo quanto anticipato da Il Messaggero.

Terzo trimestre stop alle perdite, ma non basta

Un segnale che però non basta a rassicurare gli animi di chi lavora nella compagnia, visto che le previsioni parlano di perdite attorno ai 500 milioni di euro (le perdite consolidate sono ora a 300 milioni) come risultato dell’intero 2018, a fronte di 770 milioni di euro ancora in cassa. Il rischio è di arrivare a inizio 2019 senza più mezzi per proseguire l’attività, tanto più che il “prestito ponte” da 900 milioni concesso nel 2017 dal governo Gentiloni andrebbe inoltre restituito a dicembre.

Ancora nessuna certezza sul futuro partner

Per questo piloti e assistenti sono pronti a scendere nuovamente in sciopero se il governo non darà risposte in tempi rapidissimi che possa meglio definire il quadro del trasporto aereo in Italia. Offerte sul tavolo al momento non sembrano esservene di concrete, anche se si è parlato di Fs, di Poste Italiane, di Cdp e persino di Eni. Defilata Lufthansa, che fino alla vigilia delle elezioni era sembrata il candidato favorito, resta il nodo dell’individuazione di un partner privato da coinvolgere eventualmente dopo un “salvataggio” che veda l’ingresso dello stato in qualità di azionista di maggioranza, come già avvenuto in altre situazioni, ad esempio Mps.

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