Export vino italiano sempre più extra-Ue

Cresce export vino italiano

L’allontanamento dell’Italia dalla Ue a trazione tedesca e l’avvicinamento a Stati Uniti e Gran Bretagna economicamente è già iniziato, almeno per quanto riguarda il settore enologico. Secondo secondo i dati previsionali dell’osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, infatti, l’export italiano del settore continua a crescere e a fine anno dovrebbe arrivare attorno ai 6,2 miliardi di euro, in crescita del 3,8% rispetto al 2017.

Bene Usa e Gran Bretagna, frena la Germania

Ma guardando all’andamento dell’esportazione per singoli paesi si nota che mentre negli Usa (primo mercato di sbocco del vino italiano all’estero) l’anno dovrebbe registrare una crescita dell’1,4% a 1,667 milioni di euro, nonostante le tensioni causate da una politica commerciale americana sempre più rigida, e mentre in Gran Bretagna nonostante le incertezze legate alla prossima Brexit ci si attende un incremento dell’1,5% a 727 milioni, in Germania l’export di vino italiano sta frenando.

Buoni risultati anche in Russia e Canada

L’anno dovrebbe infatti chiudersi con esportazioni per 862 milioni, in calo di ben il 4,1% rispetto al 2017, complice la crescente concorrenza dei vini locali. Uniche altre due frenate significative si verificherebbero in Svizzera (-1% a 367 milioni di euro) e in Giappone (-3% a 166 milioni), mentre l’export continuerebbe a crescere in Canada (+0,2% atteso a quota 352 milioni), in Russia (+2,1% a 260 milioni), oltre che in Svezia (162 milioni, +1,6%) e Brasile (36 milioni, +6,6%).

Il vino italiano ha già celebrato la sua Italexit

Tutti paesi rigorosamente extra-Ue, complice anche la forte concorrenza da parte della Francia (il cui export dovrebbe salire a 9,54 miliardi, +4,8% sul 2017) e Spagna (esportazioni attese appena oltre la soglia dei 3 miliardi, +5,2%). Quanto alla Cina, l’Italia parte da posizioni arretrate ma sembra poter recuperare terreno (+3,8% è la stima per quest’anno nonostante il previsto calo del mercato nel suo complesso, alle prese con l’assorbimento delle scorte di invenduto degli ultimi anni). Insomma: almeno a guardare i numeri il vino italiano ha già celebrato una sua “Italexit”.

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