Levi’s deposita richiesta di quotazione
A volte ritornano: dopo essersi delistata nel 1984 a seguito di un leveraged buyout da 1,7 miliardi di dollari lanciato dalla famiglia del fondatore, Levi Strauss, Levi Strauss & Co si prepara a tornare sul listino di Wall Street, come da mesi ci si attendeva, avendo depositato una domanda di quotazione alla Sec. Ad occuparsi dell’Ipo sarà un pool di 12 “underwriter”, tra cui Goldman Sachs, Jp Morgan, Bank of America Merrill Lynch e Morgan Stanley.
Obiettivo una valutazione da 5 miliardi
La società che produce i più famosi jeans d’America se non del mondo punta a raccogliere, secondo le ultime indiscrezioni, tra 600 e 800 milioni di dollari sulla base di una valutazione che potrebbe arrivare a 5 miliardi per il 100% del capitale. I proventi così raccolti saranno usati in parte per acquisizioni e investimenti strategici.
Conti tornati in salute
In questi anni Levi Strauss & Co ha saputo compiere un “turnoround” tornando in profitto: il 2018 si è infatti chiuso con ricavi netti per 5,6 miliardi di dollari, in aumento del 14% rispetto all’esercizio precedente, un Ebitda adjusted (Mol rettificato) di 542 milioni (+13%) e un utile netto di 285 milioni (stabile).
Le vendite in Europa corrono più che in America
Pur rimanendo un simbolo del “sogno americano”, Levi’s è ormai un marchio di moda mondiale: il 45% delle vendite sono infatti realizzate fuori dal mercato domestico e se negli Usa Levi’s vende jeans per 3 miliardi di dollari (in crescita del 10% annuo), in Europa è arrivata a 1,6 miliardi e cresce a un ritmo più che doppio (+25%) mentre in Asia le vendite sono ormai pari a 887 milioni (+8% nel 2018 rispetto all’anno precedente).