Caos Brexit: chiusura parlamento illegittima

Caos istituzionale a Londra

Se credete che lo scenario politico italiano sia confuso, non guardate alla Gran Bretagna, che in queste ore si trova in pieno caos istituzionale. La Corte suprema ha infatti bocciato, all’unanimità, la decisione del premier Boris Johnson di chiedere alla regina Elisabetta di sospendere il parlamento per cinque settimane fino al 14 ottobre, due settimane prima della Brexit.

Johnson non poteva chiudere il parlamento

Una mossa che Johnson ha attuato con l’intenzione dei spianare la strada alla Brexit, anche nell’ipotesi che questa fosse “senza accordo”. I giudici hanno tuttavia decretato che la decisione di Johnson è stata “illegale, nulla e senza effettie” e hanno invitato il Parlamento a tornare a riunirsi “il prima possibile”. Ai giornalisti che gli chiedevano un commento Johnson ha risposto di essere “in forte disaccordo” con la sentenza e che “la cosa più importante è che avremo una Brexit il prossimo 31 ottobre”.

Domani la Camera dei Comuni riprende i lavori

Dopo la sentenza il presidente della Camera dei Comuni, John Bercow, ha annunciato di aver già dato istruzioni per la ripresa dei lavori del parlamento da domani, mercoledì 25 settembre, a partire dalle 11.30. Il leader laburista Jeremy Corbyn, che però non sembra poter contare su una maggioranza in parlamento né in grado di indire un secondo referendum sulla Brexit, ha subito invitato Johnson a “prendere in considerazione la sua posizione”, ossia a dimettersi.

Aumenta la pressione su Johnson, che succede alla Brexit?

Analoghe richieste di dimissioni sono giunte dai leader del partito gallese del Plaid Cimru e del Scottish National Party, oltre che da Nigel Farage, leader del fronte pro-Brexit. Nessun commento per ora dalla Ue, che attende sempre che Johnson avanzi una nuova proposta per regolamentare la Brexit o che sia ratificato l’accordo a suo tempo raggiunto con Theresa May, bocciato però più volte dal Parlamento. In caso contrario la Brexit avverrà senza accordo, con potenziali pesanti ripercussioni negative su settori economici che spaziano dall’industria al turismo, sino alla finanza.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!