Aeroporti italiani: crolla traffico, lavoratori a rischio

Coronvirus fa calare traffico aereo

Lo stop ai voli da e per l’Italia o comunque la loro forte limitazione da parte di numerose compagnie, a seguito dell’irrigidirsi delle norme sanitarie applicate ormai da decine di paesi al mondo ai viaggiatori che risultano essere stati in Italia nei 14 giorni antecedenti allo sbarco complice l’epidemia da coronavirus Covid-19 stanno già impattando pesantemente e ulteriormente impatteranno nei mesi prossimi sul traffico aereo.

Nel 2020 187 milioni di passeggeri in meno in Europa

Secondo le stime iniziali dell’Airports Council International Eu, il primo trimestre dovrebbe chiudersi con un calo del 13,5% del traffico passeggeri per gli aeroporti del vecchio continente rispetto ad uno scenario “normale”, il che equivale a dire che circa 67 milioni di passeggeri avranno rinunciato al loro viaggio in tale periodo. Nel corso del 2020 il calo previsto arriva a 187 milioni di passeggeri, pari a una variazione negativa del 7,5% rispetto al 2019, contro previsioni iniziali di una crescita dei passeggeri del 2,3% in uno scenario “normale”.

1,3 miliardi di mancati ricavi solo nel primo trimestre

In termini finanziari, Aci Eu prevede una perdita di circa 1,32 miliardi in termini di mancati ricavi nel solo primo trimestre, a causa di minori ricavi aeronautici, minori ricavi commerciali (non aeronautici) e mancati ricavi da assistenza a terra e altri servizi. Gli aeroporti italiani in particolare stanno registrando crolli del traffico passeggeri fino al 75% e comunque superiori al 60% durante il fine settimana nella maggior parte delle località, via via che si vanno estendendo le limitazioni al traffico.

In Italia crolli fino al 75% del traffico passeggeri

Se l’aeroporto di Bologna nella prima settimana di marzo ha segnalato un calo del traffico passeggeri del 57%, in quello di Treviso il calo è arrivato al 70%. La crisi sta già avendo risvolti negativi anche sul fronte occupazionale: l’handler Aviation Service (145 dipendenti in totale) ha infatti dichiarato lo stato di crisi e avviato una procedura di licenziamento collettivo per circa 200 dipendenti presso tutte le sedi dove opera (Fiumicino, Ciampino, Bologna, Catania, Napoli e Venezia).

Aziende in crisi, centinaia di posti di lavoro a rischio

Così Assaeroporti ha già chiesto al governo la possibilità per tutte le aziende del settore di sospendere i versamenti delle ritenute fiscali e delle imposte per l’anno 2020-2021 e la devoluzione in favore del Fondo del trasporto aereo di una quota-parte dell’addizionale comunale che viene versata dai passeggeri. Sempre Assaeroporti attende poi di essere convocata dal governo (che nel frattempo segue il tentativo di vendere Alitalia anche a lotti distinti per attività) per proporre altre misure a sostegno dell’occupazione per il settore aeroportuale.

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