Coronavirus: EasyJet a terra, ma già pensa al dopo crisi

EasyJet si arrende al coronavirus

Alla fine anche la compagnia aerea low cost britannica EasyJet si arrende: col coronavirus che ha costretto la maggior parte dei paesi al mondo a ridurre al minimo l’attività economica, la compagnia, che dal 23 marzo scorso aveva già messo a terra circa il 90% dei propri aerei, ha deciso di sospendere del tutto la propria attività lasciando a terra tutti i suoi 331 veivoli.

Aerei a terra, al personale 80% dello stipendio

EasyJet, che in tempi normali collega 159 aeroporti operando 1.059 rotte, ha aggiunto che tutto il personale di cabina è stato messo in licenza, con una paga pari all’80% del proprio salario fino al primo aprile grazie ai sussidi governativi per il mantenimento del lavoro (un ammortizzatore sociale inglese simile alla cassa integrazione italiana, ndr).

Lundgren: voli di salvataggio su richiesta

Il Ceo della compagnia, Johan Lundgren, ha dichiarato di “lavorare instancabilmente” per assicurarsi che la compagnia aerea sia “ben posizionata per superare le sfide del coronavirus”, aggiungendo che EasyJet dopo aver ha operato il suo ultimo volo di salvataggio (voli a tariffa ridotta coi quali la compagnia ha trasportato coloro che avevano prenotato un volo cancellato) domenica 29 marzo, continuerà a offrire ulteriori voli di salvataggio “su richiesta” delle autorità.

Nuove offerte per il dopo coronavirus

Nel frattempo la compagnia prova a guardare avanti e con una campagna di email-marketing rilancia offre la possibilità, fino alla mezzanotte di martedì 31 marzo di prenotare voli dal 25 ottobre 2020 fino al 28 febbraio 2021, tutti a un prezzo massimo di 39,60 euro per persona. EasyJet ha anche rinunciato ai costi di cambio programmazione, il che significa che chi aveva già una prenotazione e vuole cambiarla con un volo per i mesi successivi può farlo gratuitamente, accedendo alla sezione Gestione Prenotazioni del sito Easyjet.com o tramite App.

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