La Nasa assegna 967 milioni per tornare sulla Luna entro il 2024

La Nasa punta a tornare sulla Luna entro il 2024

Mentre negli Stati Uniti come nel resto del mondo l’emergenza Covid-19 non dà tregua (a ieri sera negli States quasi 1.160.000 persone risultavano contagiate dal coronavirus, mentre già 67.710 erano decedute), c’è qualcuno che alza la testa al cielo, letteralmente, e progetta il futuro: la Nasa. L’ente spaziale americano lo scorso 30 aprile ha infatti annunciato di aver selezionato due aziende per la progettazione del futuro lander che riporterà gli astronauti americani sulla Luna entro la fine del 2024.

Al consorzio guidato da Blue Origin 527 milioni

La selezione, che rientra nel programma Human Landing System (HLS), ha assegnato fondi per un valore complessivo di 967 milioni di dollari per coprire un periodo di studio di 10 mesi, premiando in particolare il cosidetto “national team” guidato dalla Blue Origin di Jeff Bezos e del quale fanno parte anche Draper, Lockheed Martin e Northrop Grumman. Al consorzio andranno 579 milioni di dollari. Blue Origin svilupperà un lander basato sul proprio progetto di lander lunare, Northrop fornirà al veicolo lo stadio di trasferimento e Draper svilupperà avionica e sistemi di controllo. A lanciare il veicolo verso la Luna sarà o il lanciatore New Gless di Blue Origin o il Vulcan Centaur di United Launch Alliance (la joint venture tra Boeing e Lockeed Martin).

Dynetics, Sierra Nevada e SpaceX tra gli altri vincitori

Dynetics, alla guida di un consorzio di 25 subfornitori tra cui Sierra Nevada (lo sviluppatore del DreamChaser) riceverà invece 253 milioni per sviluppare il progetto di un unico veicolo in grado sia di scendere sulla Luna sia di decollare dalla sua superficie per tornare in orbita. Il lanciatore sarà all’inizio il Vulcan Centaur, ma il veicolo potrà essere disegnato in modo da utilizzare ulteriori lanciatori in futuro, se richiesto. Gli ultimi 135 milioni di dollari sono andati alla SpaceX di Elon Musk che ha proposto di studiare una variante della sua navicella Starship, da lanciare col suo futuro super-lanciatore.

Boeing del tutto assente: colpa dei tempi stretti?

Quest’ultima commessa, hanno sottolineato molti analisti, è stata la vera sorpresa visto che SpaceX aveva in precedenza annunciato di non aver intenzione di concorrere per il programma HLS. Del tutto assente resta, a livello di partecipazione diretta, Boeing, impegnata a sviluppare CST-100 Starliner e data inizialmente tra le favorite. Un possibile motivo dell’assenza del produttore sembrano i tempi di sviluppo, visto che lo Starliner non sembra poter essere pronto per il decollo prima del 2025.

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