2018 da dimenticare per i paperoni italiani

Un anno volatile per i paperoni italiani

Il 2018 è agli sgoccioli ed è tempo dei primi bilanci. L’anno si è rivelato ricco di alti e bassi non solo per i piccoli investitori, ma anche per i “paperoni” mondiali e quelli italiani non hanno fatto eccezione. Quando fu realizzata la consueta classifica dei 400 uomini più ricchi al mondo realizzata da Forbes, a inizio anno, in Italia la “top ten” era guidata da Giovanni Ferrero (figlio dello scomparso Michele e attualmente alla guida del gruppo italiano che produce, tra l’altro, la Nutella e gli ovetti Kinder) con 23 miliardi di dollari (circa 20,25 miliardi di euro ai cambi attuali).

I dieci più ricchi avevano oltre 100 miliardi di dollari

Alle sue spalle si trovavano Leonardo Del Vecchio (patron di Luxottica, fusasi con Essilor) con 21,2 miliardi di dollari (18,65 miliardi di euro) e Stefano Pessina (numero uno di Walgreens Boots Alliance) con 11,8 miliardi di dollari (10,38 miliardi di euro) e poi via via Giorgio Armani, Silvio Berlusconi, Massimiliana Landini Aleotti, Augusto e Giorgio Perfetti, Paolo e Gianfelice Mario Rocca, Giuseppe De’ Longhi e Renzo Rosso con patrimoni tra gli 8,9 e i 4,1 miliardi di dollari (ossia tra 7,8 e 3,6 miliardi di euro), per un patrimonio complessivo di 100,7 miliardi di dollari (88,6 miliardi di euro).

In meno di 12 mesi la perdita sfiora l’8% (9% in euro)

A ieri sera, invece, la classifica era cambiata con Leonardo Del Vecchio balzato al comando ma con “soli” (si fa per dire) 20,7 miliardi di dollari (18,2 miliardi di euro), mentre Giovanni Ferrero era scivolato in seconda posizione con 20,6 miliardi (18,1 miliardi in euro) e Stefano Pessina si confermava terzo con 12,7 miliardi (11,2 miliardi in euro). In tutto i primi dieci “paperoni” italiani possono vantare un comunque consistente patrimonio di 91,7 miliardi di dollari (80,7 miliardi di euro), ma accusano un calo di quasi l’8% in dollari (del 9% circa in euro) in meno di 12 mesi.

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