Politica italiana dopo le primarie del PD, l’outlook di Barclays

Le primarie del Partito democratiche si sono concluse, come era prevedibile, con la vittoria dell’ex premier Matteo Renzi, designato così a segretario del partito con il 70% delle preferenze circa, benché i votanti siano stati 800 mila in meno rispetto alle precedent primarie, tenutesi nel 2013, raggiungendo solo i 2 milioni.

Secondo Barclays, tale risultato è un segnale importante, con Renzi che, nonostante la sconfitta al referendum dello scorso 6 dicembre, sembra aver ritrovato la fiducia dei suoi dando così maggiore sostegno anche alle riforme dell’attuale governo.

Tuttavia ciò, in aggiunta all’assenza di una legge elettorale efficiente, potrebbe non essere sufficiente a fugare l’incertezza politica, soprattutto in vista delle elezioni; se si dovesse votare ora, sottolinea Barclays, l’equilibrio parlamentare sarebbe molto fragile.

 Lo scenario degli analisti dunque prevede che, senza una significativa riforma del sistema elettorale, sia molto improbabile che Mattarella sciolga il Parlamento per indire elezioni anticipate quest’anno.  Se la riforma ci dovesse essere, però, l’eventualità di nuove elezioni a settembre/ottobre non sarebbe da escludere senz’altro, pur rimanendo altamente improbabile dato il disaccordo dei partiti sul sistema elettorale da adottare, e data l’improbabilità di un voto vicino al momento della stagione dei bilanci. Le elezioni si terranno quindi, con tutta probabilità, nella prima metà dell’anno prossimo.

Per quanto riguarda le riforme strutturali, l’outlook di Barclays sostiene che siano legate a doppio filo alla legge elettorale, perchè senza la certezza di una stabilità politica nessuna riforma si potrà fare. Quindi è probabile che la riforma del sistema elettorale sia prossima.

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