Ciò che sembra particolarmente degno di nota in queste elezioni, oltre al fatto che ancora una volta tra i contendenti per un incarico di primo livello in Europa ci sia un candidato populista secondo le previsioni destinato a fallire nel breve periodo, è il fatto che né Le Pen né Macron potranno contare sul supporto dei maggiori partiti francesi di centro-sinistra o centro-destra. Considerando il tasso di disoccupazione transalpino attestato al 10%, più del doppio rispetto a quello tedesco o britannico, è probabile che Macron promuoverà un programma di riforme populista. Tuttavia, potrebbe dover affrontare sfide impegnative in Parlamento, che potrebbero intralciare i cambiamenti politici alquanto necessari.
I mercati non sono preparati all’improbabile possibilità che Le Pen riesca a rovesciare la situazione nel corso della votazione di domenica. Quasi certamente la reazione in quel caso sarebbe negativa, almeno nel breve periodo. Nel corso dei primi giorni che seguiranno i risultati elettorali gli investitori probabilmente eviteranno di giungere a conclusioni affrettate, memori del fatto che le previsioni di crollo dei mercati dopo le votazioni per Brexit e l’elezione di Trump si sono rivelate errate.
Trovandosi in svantaggio nelle fasi finali della campagna elettorale, Le Pen ha cercato di smussare la sua retorica anti-UE. E’ poi da vedere se sarà effettivamente disposta a sacrificare uno dei punti cardine della sua campagna pur di andare al governo. Se Le Pen dovesse vincere e ritornare alle sue teorie anti-europee, ci sarebbe da aspettarsi una buona dose di volatilità sui mercati, poiché appare difficile immaginare la sopravvivenza di un’unione economica e monetaria priva del suo secondo maggiore Stato membro.
Il round finale di domenica, secondo le previsioni, eleggerà a nuovo presidente un tecnocrate centrista, piuttosto che una populista di estrema destra. Al di là di questo, è difficile avanzare ulteriori ipotesi per il futuro. A nostro avviso, Macron combatterà per avviare le necessarie riforme del lavoro, costringendo la Francia a rimanere impantanata in una fase di crescita bassa e un livello di disoccupazione relativamente alto, preservandone lo status-quo. L’impatto sui mercati, a meno che non vinca Le Pen, sarà comunque minimo nel corso della prossima settimana, dato che la vittoria di Macron è già stata praticamente prezzata.