Usa tra incertezze sulla crescita e taglio delle tasse

A cura di Ubs Wealth Management
L’economia statunitense dovrebbe registrare una crescita moderata nei prossimi 12 mesi. Il mercato del lavoro continua a migliorare: il tasso di disoccupazione si attesta al 4,5% e sono emersi segnali di un’accelerazione dei salari, sorretta dalla penuria di lavoratori. L’incremento dei redditi delle famiglie dovrebbe sostenere una robusta spesa al consumo. I nuovi cantieri di edilizia residenziale e i prezzi delle case continueranno ad aumentare, dando un modesto  contributo alla crescita economica complessiva.
Sembra che gli investimenti fssi nel settore energetico stiano ripartendo, sulla scia del recupero delle quotazioni petrolifere. Il settore manifatturiero ha dato segni di miglioramento negli ultimi mesi e la produzione dovrebbe aumentare leggermente nel 2017. L’inflazione della spesa per consumi personali (PCE) è in graduale aumento, con l’avvicinarsi del mercato del lavoro alla piena occupazione, e questa dinamica dovrebbe proseguire nel corso dell’anno. Diminuiscono infatti i fattori che fnora avevano frenato l’inflazione, come la forza del dollaro, i bassi prezzi dell’energia e i rincari inferiori alla media nel settore sanitario.
L’incertezza sul fronte politico si attesta su livelli elevati e potrebbe erodere la crescita. La deregulation dovrebbe avere impatti positivi nel corso del tempo. Il 15 marzo la Fed ha alzato i tassi di 25 pb e ci aspettiamo altre due strette per un totale di 50 pb nel resto dell’anno. La Fed dovrebbe anche cominciare a ridurre gradualmente il suo bilancio.
Secondo le nostre stime, gli utili dovrebbero aver registrato una crescita del 12% circa nell’1T17, la più brillante da sei anni a questa parte. L’aumento dei proftti negli Stati Uniti è  sostenuto dalla robusta spesa al consumo, dal recupero dell’attività manifatturiera (con la ripartenza degli investimenti delle aziende dell’energia e della domanda nei mercati emergenti) e dal contesto più favorevole per il settore fnanziario. Gli indicatori anticipatori degli utili, come i dati sui prestiti bancari, continuano a tracciare un quadro favorevole.
Le politiche dell’amministrazione Trump potrebbero imprimere ulteriore slancio agli utili grazie ai tagli delle tasse (sulle imprese, sui redditi delle persone fsiche e sul rientro di capitali  dall’estero), a un’espansione della spesa pubblica, alla deregulation e a un irripidimento della curva dei rendimenti (che avvantaggia le banche). Tuttavia, restano da defnire numerosi  dettagli e i Repubblicani non hanno ancora raggiunto un accordo sul fnanziamento del minore gettito fscale. Sullo sfondo di queste iniziative, gli utili potrebbero registrare una crescita complessiva del 5–15% nei prossimi anni, principalmente grazie alla riforma dell’imposta sulle imprese (circa 10%).
Le nostre stime per l’EPS delle società dell’S&P 500 sono pari a 132.50 dollari (+11%) nel 2017 e 145 dollari (+10%) nel 2018 e includono un contributo della riforma fscale per 2.50 dollari nel 2017 e 5 dollari nel 2018. Poiché le prospettive della riforma fscale rimangono incerte, le nostre stime includono circa la metà del contributo atteso. Se la riforma fscale verrà approvata, l’EPS potrebbe raggiungere 150 dollari entro il 2018.
I timori di una contrazione dei margini di proftto a breve termine ci sembrano eccessivi. I  margini non sono più alti del consueto, a eccezione del settore tecnologico. Inoltre, in genere diminuiscono solo quando l’economia entra in recessione. Infne, il costo del lavoro non presenta un’elevata correlazione con i margini di proftto.

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