I tre trend per il prossimo decennio secondo Robeco

A cura di Henk Grootveld, Head of trends investing di Robeco

Platform businesses

Facebook (2004), Spotify (2006), Airbnb (2008), Uber (2009), Snapchat (2011) e Alibaba (1999) sono società ormai onnipresenti nelle nostre vite, fondate non più di una decina di anni fa e ad oggi hanno una presenza e uno sviluppo globale. Oltre a essere società relativamente nuove, hanno un’altra caratteristica in comune: “gestiscono piattaforme dove produttori e consumatori di valore sono portati a partecipare a uno scambio diretto”, Queste società hanno ridato vita a un modello antiquato e quasi dimenticato: il matchmaking. In un modello di business tradizionale di creazione di valore, input standardizzati vengono trasformati in beni (o servizi) standardizzati tramite un processo altrettanto univoco e dove è la qualità del prodotto (o servizio) a fare da discriminante.

In un’economia su piattaforma, è possibile che il leader di mercato giochi il ruolo di asso pigliatutto per via della natura auto rinforzante dell’effetto network. Ne è una dimostrazione il dominio dei rispettivi mercati da parte di Facebook, Spotify, Aribnb e Uber. Più semplice è il prodotto, più è facile dominare il mercato. Tra le industrie dove questo modello si è sviluppato maggiormente troviamo i mercati virtuali, il fintech, i software internet e dei social media e delle interazioni sociali.

Intelligenza artificiale (IA): salvezza dell’umanità o ultima invenzione?

Secondo noi l’intelligenza artificiale può essere suddivisa in tre distinte categorie: specifica, generale e super-artificiale. La prima viene impiegata per ottimizzare una particolare mansione o specializzarsi in un determinato ambito. Un esempio può essere il gioco degli scacchi oppure il coordinamento di una timeline sui social media in base ai propri interessi. La seconda forma di intelligenza artificiale, quella generale, si riferisce alla capacità di una macchina di fare tutto ciò che è in grado di fare un essere umano, mentre la super-intelligenza rappresenta ciò che va oltre la forma di intelligenza normale. L’intelligenza generale è spesso vista come il santo Graal mentre la super-intelligenza è associabile al futuro sconosciuto e temuto. Un chiaro esempio di super intelligenza sono i robot hollywoodiani.

In qualità di investitori, riteniamo che sia l’intelligenza specifica la forma di IA in grado di offrire le opportunità migliori. Questo tipo di intelligenza viene utilizzata già oggi e gli sviluppi nella gestione dei dati e delle capacità di calcolo, uniti a una maggiore attenzione a specifiche applicazioni, rappresentano miglioramenti significativi rispetto al primo boom di questo segmento. In particolare ci concentriamo soprattutto sul machine learning, dove il potenziale di crescita è significativo alla luce degli ultimi sviluppi in materia di algoritmi e analisi dei dati.

L’industria della tecnologia sta mettendo in campo uno sforzo imponente nel segmento del machine learning o nella realizzazione di macchine intelligenti. Google, Facebook, IBM, Apple, Yahoo, Microsoft, Amazon, Baidu e Alibaba hanno ampi portafogli di start up operanti nel settore.

Per un investitore, piuttosto che considerare le società che potranno un giorno offrire servizi di intelligenza artificiale, è meglio guardare a quelle che mettono a disposizione le risorse utilizzate nel processo di sviluppo. Investire, ad esempio, in quelle società che producono GPU (unità di analisi grafico), processori, unità di calcolo, sensori, fornitori di strumenti di riconoscimento vocale e di dati.

L’intelligenza artificiale può essere una forza rivoluzionaria. Le società o i lavori a rischio sono proprio quelli che offrono beni e servizi specializzati. Il progresso nell’elaborazione del processo di linguaggio, ad esempio, rappresenta una minaccia diretta per gli odierni servizi di traduzione.

Zucchero, il tabacco del 21° secolo

Lo zucchero è il tabacco del ventunesimo secolo. La situazione dell’industria alimentare è comparabile con quella del tabacco nel 2000, dove la consapevolezza dei consumatori riguardo a quanto lo zucchero sia nocivo per la loro saluto è in crescendo, così come avvenne per il tabacco.

C’è un collegamento diretto tra l’assunzione di zucchero e il rischio di obesità, e di conseguenza di diabete. L’aumento nell’assunzione di zucchero ha portato a un’epidemia di obesità, che sta aumentando l’incidenza di diabete e infarti. Ci aspettiamo che venga presa una posizione severa nei confronti dello zucchero, così come è successo per il tabacco. L’industria alimentare si troverà a fronteggiare un calo dei volumi per i prodotti ad elevato contenuto di zuccheri proprio a causa della ricerca da parte dei consumatori di alternative più salutari.

I consumatori sono sempre più consapevoli dei pericoli derivanti dallo zucchero e stanno cercando di evitarlo. È per questo che non investiamo in società alimentari che utilizzano ingenti quantità di zucchero nei loro prodotti. In alternativa, preferiamo concentrarci su quelle opportunità di investimento derivanti dal consolidamento tra aziende che sta avendo luogo nel settore, motivato dalla crescente necessità di alcune società di produrre cibo più sano. Alcune società di trattamento alimentare sono a conoscenza di questo trend di riduzione del consumo di zucchero e hanno cominciato a comprare società che offrono un’alternativa.

Non ci aspettiamo però che sia l’industria a fare il primo passo nella riduzione del quantitativo di zucchero contenuto negli alimenti. Questo, è compito dei consumatori che devono ridurne l’assunzione. Tuttavia, fintanto che l’industria non vedrà suonare i campanelli d’allarme, ci aspettiamo che i volumi dei prodotti ad elevato contenuto di zucchero diminuiscano in funzione della ricerca di alternative. Qualora l’industria dovesse accogliere il trend di riduzione degli zuccheri, così come avvenne con i grassi negli anni novanta, sarebbe possibile una riduzione del costo dell’assistenza sanitaria per l’intera società.

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