La ripresa in Europa è sostenibile?

A cura di Stéphane Junod, CIO EMEA and Head of DPM EMEA, Deutsche Bank WM
Il PIL dell’Eurozona è cresciuto dello 0,5% trimestre su trimestre nel primo trimestre 2017, in linea con le aspettative e con il trimestre precedente. L’aumento degli investimenti è stato parzialmente compensato da un indebolimento della spesa al consumo e del commercio estero. I sondaggi economici preliminari suggeriscono un’accelerazione della crescita nel secondo trimestre.
In Italia il PIL è cresciuto dello 0,2% trimestre su trimestre nel primo trimestre dell’anno, in linea con le aspettative, mentre in Portogallo l’espansione dell’1% ha superato le attese. La crescita economica del 2,8% anno su anno del primo trimestre è stata la migliore da 10 anni. I dati fondamentali economici sono solidi anche al di fuori dell’Eurozona. In Gran Bretagna la disoccupazione è scesa al livello più basso da 42 anni (4,6%) e le vendite al dettaglio ad aprile sono salite del 4% anno su anno (4,5% escludendo la spesa per i carburanti), il doppio del tasso di crescita previsto.
In Polonia la banca centrale ha deciso di lasciare il tasso d’interesse di riferimento immutato all’1,5% grazie all’inflazione bassa. Ciò conferma la nostra aspettativa di una divergenza ulteriore nella politica monetaria tra gli Stati Uniti e l’Europa, all’interno come al di fuori dell’Eurozona. L’inflazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona ad aprile ha raggiunto l’1,9%, ma in alcuni Paesi è più alta: in Spagna tocca il 2,6% anno su anno. In Spagna terremo d’occhio le primarie del partito socialista del 21 maggio per cercare di deteminare se le sorti della sinistra tradizionale seguiranno o meno quelle dei partiti equivalenti in Francia, in Gran Bretagna ed in Grecia, la cui influenza al governo è fortemente diminuita. La crescita economica ha sorpreso positivamente anche in Russia, raggiungendo lo 0,5% anno su anno nel primo trimestre, grazie in parte alle vendite al dettaglio.
Movimenti politici. I rischi politici in Europa sono diminuiti dopo l’elezione presidenziale francese, ma non sono spariti del tutto. In Austria è caduto il governo ed in Olanda le trattative per la colazione di governo sono fallite e devono riprendere da zero. In entrambi questi Paesi ci sono state delle elezioni negli ultimi sei mesi il cui risultato era stato considerato come un contributo stabilizzante alla politica europea. Ora, nel corso di pochi giorni, è emerso che in Austria ci sarà un’elezione anticipata ad ottobre che potrebbe contraddire il risultato dell’elezione recente che aveva calmato i mercati. In Olanda non è prevista un’altra elezione, ma è venuta meno la certezza di un governo centrista che mantenga in essere lo status quo. Questi sviluppi avvisano gli investitori che in Francia all’indomani dell’elezione parlamentare del mese prossimo le trattative per la coalizione di governo potrebbero essere altrettanto incerte.
In conclusione appare probabile che una buona parte della recente ripresa  economica europea sia più di un mero fenomeno ciclico e passeggero. La rirpesa, benché eterogenea, non è solo evidente al centro dell’Europa ma anche nella periferia. I dati fondamentali hanno iniziato a confermare i sondaggi economici peliminari, e la politica monetaria espansiva della BCE resta immutata. Di conseguenza, è possibile che l’economia dell’Eurozona riesca a rafforzarsi sufficientemente prima che la BCE inizi a passare ad una politica monetaria più restrittiva.

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