Il metodo Emmanuel Macron spiegato agli investitori

A cura di Didier Saint-Georges, Managing Director e Membro del Comitato Investimenti di Carmignac

Ormai gli investitori hanno già metabolizzato i principali temi dell’agenda economica del nuovo presidente francese. Ci sono alte probabilità che un ritorno alla ‘terza via’ alla Blair-Schroeder possa portare riforme in grado di creare benessere. Tuttavia, c’è un’altra ragione dietro il favore degli investitori nei confronti di Emmanuel Macron: la presenza di parallelismi, poiché gli investitori ritrovano schemi a loro familiari nell’approccio di Macron al mondo politico.

Il viaggio di Macron è cominciato con un’analisi value efficace che ha acquisito un forte slancio. L’analisi “value” basata su piani economici e politiche, trascurati dai partiti tradizionali in declino, ha lasciato spazio a un approccio alternativo. La portata di questo slancio risulta evidente dal numero di nuovi proseliti. Macron spera di poter utilizzare questo elemento per riuscire a conquistare la maggioranza assoluta all’interno dell’Assemblea Nazionale. Inoltre, egli avrà anche bisogno di tale slancio, se punta a implementare le sue riforme nel breve periodo e a conquistare l’approvazione dell’opinione pubblica.

Il metodo Macron ha utilizzato un compromesso tanto caro agli investitori, ovvero tra talento tattico e visione strategica. Il suo successo elettorale ha dimostrato una capacità comprovata verso l’opportunismo, approfittando delle circostanze quando queste offrono rapide possibilità di guadagno. Inoltre, il neo-presidente ha tratto vantaggio da una dichiarazione di intenti su riforme strutturali a lungo termine.

In particolare, il progetto di Macron rivela una propensione al ‘rischio di asimmetria’ e alla ‘convessità’, entrambi termini familiari agli investitori. Dare priorità all’istruzione, così come alla formazione professionale, è essenzialmente un mezzo per rafforzare i fondamentali, fornendo al contempo agli individui le risorse necessarie per coltivare ambizioni reali. È l’opzionalità in azione.

Dal punto di vista tecnico, la capacità di comprensione delle complessità da parte di Macron è vicina agli investitori, che hanno costantemente a che fare con mercati finanziari altamente efficienti, in cui idee all’apparenza semplici e ovvie risultano sospette, dato che generalmente si ritiene  che siano già state attuate e incorporate nei prezzi. La gestione attiva riesce a produrre performance di lungo periodo solo se gli investitori si rivelano in grado di percepire le sfumature del compito di cui si stanno occupando e ne riconoscono le difficoltà. Nella sua corsa alla presidenza, Macron ha mantenuto un atteggiamento simile, rigettando semplicemente l’impiego della ‘bacchetta magica’ (la soluzione demagogica, in linguaggio politico).

Infine, gli investitori vedranno una qualità a loro affine nell’avventura presidenziale di Macron: l’assunzione di rischi personali. In termini di gestione del risparmio, gli investimenti – sia diretti che tramite un gestore professionale – richiedono impegno. Questi gestori professionali sono credibili solo se sperimentano personalmente le conseguenze delle loro azioni. L’esperienza dimostra che è saggio ignorare i consigli in materia di investimenti generosamente dispensati da terzi non coinvolti nel gioco e che non seguirebbero i loro stessi suggerimenti. Lasciando la sua carriera nel settore bancario da un lato e nel governo dall’altro e cercando di fare qualcosa senza precedenti nella storia politica francese, Emmanuel Macron ha sicuramente mostrato grande ambizione, nonché una chiara accettazione dei relativi rischi personali.

Dovremmo anche ricordare che la flessibilità – decisiva per gli investitori impegnati nella gestione attiva e pietra angolare della proposta di riforma delle leggi sull’occupazione – e la combinazione tra intuizione e analisi, rappresentano la regola d’oro della gestione, ma sono anche i due fattori alla base del successo di Macron.

Tutti questi parallelismi permettono agli investitori di identificare uno schema familiare nei primi elementi visibili della filosofia di Macron. Naturalmente ci sono dei limiti, legati unicamente al fatto che è nella natura della democrazia che ogni autorità appena acquisita possa perdere presto il suo potere in assenza di un sostegno politico sufficientemente ampio. Questo concetto è estraneo agli investitori. Non solo non hanno bisogno del sostegno della maggioranza per prendere una decisione, ma devono essere effettivamente in grado di andare completamente contro il consensus. Sicuramente non sottovaluteranno questa sfida, che è molto specifica del contesto politico, e che il nuovo presidente dovrà affrontare.

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