Sondaggio Mfs: investitori italiani poco fiduciosi

Gli investitori italiani sono poco fiduciosi della propria situazione finanziaria, sia a breve che a lungo termine, e molti dichiarano di non aver visto progressi negli ultimi anni: questi i risultati emersi dal sondaggio 2017 condotto da Mfs sulla pianificazione patrimoniale, l’“Heritage Planning Survey 2017”, che ha coinvolto 500 investitori italiani. Il 75% degli intervistati ha già rinviato o intende rimandare scelte importanti a causa della propria condizione finanziaria.

Tra i fattori macroeconomici che destano maggiore preoccupazione nel futuro da qui a tre anni, quasi la metà degli investitori intervistati ha segnalato l’aumento del carico fiscale e il quadro di forte instabilità a livello occupazionale, legislativo e politico.

“Malgrado i passi incerti che l’Italia sta muovendo sulla strada della ripresa, è evidente che gli effetti della crisi finanziaria globale continuino ancora oggi a farsi sentire e sono molti gli investitori spaventati dalle prospettive di lungo termine”, ha spiegato Andrea Baron, managing director di Mfs. “Benché si tratti di preoccupazioni legittime, non sono però insormontabili. In questo contesto, i consulenti finanziari possono offrire un contributo prezioso, parlando con i clienti dei problemi che più li preoccupano e aiutandoli a mettere ordine nella propria situazione finanziaria”.

Molte nubi scure sulla vita dopo il pensionamento. Nei pensieri degli investitori italiani pesa molto la capacità di organizzare adeguatamente il proprio futuro una volta raggiunta l’età della pensione. Benché il 78% degli intervistati dichiari di avere già attivato una qualche forma d’investimento, il 62% un piano pensionistico privato e il 40% un piano pensionistico offerto dal datore di lavoro, mediamente il 45% degli intervistati dice di essere preoccupato sulla capacità di risparmio per il proprio futuro dopo la pensione. Gli investitori più giovani mostrano segnali di forte ansia, con il 58% dei millennials (2136 anni) e il 49% della generazione X (3751 anni) che confessano di essere molto preoccupati. Nella generazione X, tre investitori su quattro dichiarano di aver regolarmente risparmiato in vista della pensione e sette su dieci affermano di temere soprattutto un aumento dell’età del pensionamento.

“Malgrado oltre la metà degli investitori appartenenti alla generazione X dichiari di essere consapevole dell’importanza di accantonare sufficienti risparmi per la pensione, in realtà molti sono ancora del tutto impreparati. Stiamo parlando di persone che, molto semplicemente, non hanno messo da parte fondi sufficienti, oppure contare su pensioni del tutto risibili rispetto a quelle di buona parte dei loro genitori, senza avere peraltro la sicurezza di piani a prestazioni definite su cui fare affidamento”, ha spiegato Baron.

“Queste persone hanno un disperato bisogno di essere consigliate. Tra gli intervistati, quasi tre su quattro, appartenenti alla generazione X, hanno dichiarato di rivolgersi al proprio consulente finanziario per suggerimenti in materia di risparmio per la pensione e il 57% ha puntualizzato che intende farvi sempre più affidamento negli anni a venire” ha aggiunto Baron.

L’80% degli investitori appartenenti alla generazione X dichiara di aver rinviato o di aspettarsi di dover rinviare almeno una decisione importante nella propria vita, ad esempio l’acquisto della prima casa, l’istruzione dei figli, cambiare lavoro e, da ultimo, andare in pensione. “Questa generazione è chiamata a sopportare forti pressioni. Nel corso dell’ultimo decennio i salari sono cresciuti molto debolmente, a fronte di due importanti crisi che hanno colpito i mercati dall’inizio del nuovo millennio”, ha spiegato Baron.

“Questo significa che verosimilmente queste persone dovranno risparmiare di più nei prossimi anni se vogliono centrare gli obiettivi di risparmio che si sono proposti per gli anni della pensione”.

L’atteggiamento dei millennials. Al pari della generazione X, anche i millennials stanno procrastinando decisioni importanti che riguardano sia la sfera professionale sia quella familiare, come dimostrano i nove intervistati su dieci che hanno già rinviato o prevedono di rinviare una scelta importante di vita. Un quarto degli intervistati ha confessato di rimandare l’arrivo di un figlio e il 20% ha rinviato l’acquisto della prima casa.

Nonostante ciò, i millennials sono cautamente ottimisti per il futuro. Poco più del 50% ritiene che la propria condizione finanziaria sia destinata a migliorare nel corso dei prossimi anni e altrettanti sono coloro che si dicono fiduciosi nella capacità di centrare i propri obiettivi finanziari di lungo termine. Se la generazione dei millennials intende proteggere il proprio futuro finanziario, deve migliorare il ricorso ai servizi di consulenza finanziari.

Il 65% degli intervistati ritiene importante ricevere indicazioni e consigli sulla pianificazione dei risparmi per la pensione dal proprio consulente finanziario, ma solo il 32% ha, di fatto, affrontato l’argomento.

“Premettendo che la maggioranza dei millennials prevede di affidarsi di più ai propri consulenti finanziari negli anni a venire, i consulenti, da parte loro, devono assicurarsi di capirne comportamenti, obiettivi, aspettative e timori”, ha aggiunto Baron.

La generazione del cosiddetto “baby boom” (per intenderci, quelli di età compresa tra i 52 e i 70 anni) dichiara di affidarsi pienamente ai consulenti finanziari al momento di prendere decisioni sui propri investimenti e decidere come ripartirli. Le risposte del sondaggio sembrano indicare che questa strategia sta dando buoni frutti, visto che quasi tre investitori su quattro di questa generazione investono in strategie orientate alla creazione di reddito e alla protezione del capitale.

“Questo studio ha dimostrato l’importanza del ruolo del consulente finanziario per educare i clienti di tutte le generazioni e aiutarli a raggiungere i propri obiettivi finanziari di lungo termine”, conclude Baron.

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