Mercati stabili nonostante i terremoti politici

A cura di Deutsche AM

Nei giorni scorsi la politica vera e propria ha spiazzato la politica economica e monetaria. La testimonianza di Comey negli Stati Uniti e l’elezione britannica hanno messo in secondo piano l’annuncio della BCE. Ma i mercati per il momento restano stabili.

Il risultato dell’elezione in Gran Bretagna ha frustrato tutte le aspettative, dando inizio ad un governo di minoranza che renderà la vita molto difficile al Partito Conservatore, nonostante l’escamotage a breve termine che consiste in una coalizione di governo con il Democratic Unionist Party (DUP) dell’Irlanda del Nord. La Sterlina (GBP) è calata all’indomani del voto e sembra destinata ad assorbire le preoccupazioni future dei mercati finanziari. L’indice azionario principale ha recuperato terreno ma i guadagni che derivano dall’indebolimento della moneta probabilmente saranno compensati dalle preoccupazioni per l’economia britannica. Il risultato dell’elezione potrebbe ritardare o addirittura complicare il processo della Brexit, ma per il momento sarebbe prematuro speculare che questo risultato rimuoverà la possibilità di un Brexit “estremo”.

Anche negli Stati Uniti la politica ha dominato i notiziari dal momento che l’ex direttore dell’FBI James Comey ha testimoniato di fronte al Senato. La sua testimonianza ha reso improbabile la rimozione del Presidente Trump per ostacolamento della giustizia, anche se l’investigazione in corso sui legami con la Russia è lungi dall’essersi conclusa. Il Congresso e la Casa Bianca devono concentrarsi sulle riforme economiche promesse da Trump. Dato che i tempi stringono, occorre vedere qualche progresso sulla riforma delle imposte, sull’infrastruttura, sulla sanità e sul debito pubblico prima di poter divenire più ottimisti sulle azioni, specie a questi livelli già alquanto elevati.

In Cina ed in India, invece, l’attenzione dei mercati finanziari si è rivolta alla politica monetaria. In Cina le restrizioni mirate ad impedire alle banche cinesi di usare fondi presi in prestito per investirli in obbligazioni aziendali, insieme ad una rimozione generale di liquidità dal mercato, hanno scoraggiato le nuove emissioni di obbligazioni, a favore dei prestiti bancari e non-bancari. In India la Reserve Bank of India (RBI) ha lasciato i tassi d’interesse immutati nonostante il calo nella crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel primo trimestre ed un calo dell’inflazione. La RBI resta preoccupata che il rallentamento del rincaro dei prezzi sia temporaneo, anche se ha abbassato la propria previsione inflazionistica per l’anno fiscale in corso. Le azioni indiane hanno reagito a questi annunci in modo positivo.

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