Quando la pensione fa rima con risparmio

A cura di Morningstar

Quanto devo risparmiare per avere una pensione adeguata? Per rispondere a questa domanda esistono oggi molti simulatori, che generalmente prendono in considerazione l’età, il reddito annuo, l’anzianità lavorativa e il genere. Talvolta vengono fatte anche delle stime sui rendimenti futuri, che si basano su quelli passati. Secondo gli analisti di Morningstar, tuttavia, questi modelli hanno il difetto di non tenere in considerazione che ci troviamo in un contesto di prolungati bassi rendimenti, per cui i nostri sforzi potrebbero non essere sufficienti per far fronte ai bisogni futuri.

Un mondo di bassi rendimenti
Ritorni sugli investimenti maggiori, richiedono un più basso tasso di risparmio a parità di condizioni, per raggiungere lo stesso obiettivo e viceversa. Nel mio calcolo, inoltre, devo considerare i miei rendimenti reali, cioè depurati dall’inflazione che toglie potere di acquisto, e il fatto che probabilmente vivrò più a lungo, soprattutto se sono una persona benestante e una donna. Uno studio svolto negli Stati Uniti mostra che il costo di un dollaro di reddito reale per un pensionato che si ritira dal mondo lavorativo oggi è del 50% più alto del 2000, a causa del calo dei tassi di interesse reali dei titoli di stato e dell’aumento della longevità.

Il modello elaborato da David Blanchett, responsabile della ricerca previdenziale in Morningstar investment management, Michael Finke e Wade D. Pfau dell’American College of Financial services, mostra che per un americano che inizia a risparmiare per la pensione a 25 anni e ha un reddito di 25 mila dollari annui, il tasso di risparmio in tempi normali sarebbe del 4,3%, ma nel contesto attuale sale al 7% (+63%). La differenza cresce con l’aumentare delle proprie entrate ed è ancora più drammatica se si comincia a mettere da parte qualcosa dopo i 35 anni. (Per leggere l’articolo completo, clicca qui).

Lavorare di più o risparmiare?
Quali possibilità abbiamo per evitare di finire in povertà in età avanzata? Una prima opzione è quella di lavorare più a lungo, però non si può estendere all’infinito questa fase della nostra vita. Un’alternativa è mettere in portafoglio asset più rischiosi, come ad esempio le azioni, per accrescere il potenziale rendimento, tuttavia sappiamo che le performance passate non sono una garanzia per il futuro, soprattutto in tempi di grandi cambiamenti e frequenti shock sui mercati finanziari, per cui non è detto che si riesca a raggiungere l’obiettivo. Una terza opzione è quella di risparmiare di più, che significa dover fare più sacrifici oggi per non avere più seri problemi in vecchiaia.

“I contributi versati sono il fattore più efficace per raggiungere i propri obiettivi previdenziali”, afferma Hal Ratner, capo globale della ricerca di Morningstar, il quale ha messo a confronto i risultati prodotti da differenti asset allocation (da 0 a 100 azioni) e da una variazione della quota risparmiata da 0,5 a 5 dollari in un periodo che va da gennaio del 1926 a dicembre 2015. I portafogli sono stati costruiti su dati trimestrali, ribilanciati ogni anno e con differenti orizzonti temporali. L’analisi mostra che la dispersione dei rendimenti medi è maggiore al variare della contribuzione rispetto all’incremento dell’esposizione all’equity.

Meglio low cost
Si può obiettare che è necessario avere la possibilità di risparmiare di più, il che non è affatto scontato, considerata la condizione lavorativa precaria e mal pagata di molti giovani. Se è indubbio che non si può mettere da parte quello che non si ha, è vero però che ci sono alcune accortezze per accrescere i propri contributi. Una delle più importanti è quella di tenere bassi i costi. “Le commissioni detraggono ricchezza, in quanto riducono i rendimenti che si possono ottenere”, spiega Ratner. “Scegliere i prodotti meno costosi, dunque, e utilizzare quel denaro per aumentare i propri risparmi è la miglior opzione”.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!