Azioni cinesi “A” nell’indice Msci Emerging Markets: le aspettative dei gestori

Da diversi anni è al vaglio la possibilità di includere le azioni cinesi di classe A all’interno dell’indice MSCI Emerging Markets. In passato, l’inclusione delle azioni di classe A era stata rimandata prevalentemente a causa dell’impatto che questo cambiamento avrebbe generato nell’immediato sugli strumenti passivi che replicano l’indice, in attesa che la Cina risolvesse alcuni ostacoli tecnici e implementasse il programma di stock connect. Inizialmente tale iniziativa riguarderà pochi titoli, selezionati e l’impatto di questa modifica all’indice MSCI EM sarà dunque limitato nel breve termine, in quanto il peso delle azioni di classe A negli indici rimarrà marginale e sarà esteso in maniera graduale.
Cosa cambia per i mercati. Guardando al mercato, a breve termine si potrebbero registrare effetti positivi sul sentiment nei confronti delle azioni di classe A; nel medio e lungo termine tutto dipenderà dai fondamentali di ogni azienda. Alcune società riscuoteranno il favore degli investitori, altre invece no. Un aspetto importante da ricordare è che i capitali esteri non fluiranno verso il mercato delle azioni di classe A dall’oggi al domani. L’inclusione delle azioni cinesi all’interno degli indici MSCI potrà comunque rappresentare, nel tempo, un fattore tecnico importante sui mercati azionari in termini di flussi.
Per quanto riguarda le H-share (azioni quotate a Hong Kong), è particolarmente interessante il fatto che MSCI intenda includere nell’indice una doppia quotazione A e H: ciò significa, infatti, che lo sconto di valutazione tra doppie quotazioni per lo stesso titolo andrà quasi certamente riducendosi. Oltretutto, un ampliamento del numero di titoli compresi nell’indice generalmente suscita una maggiore competizione per aggiudicarsi i capitali degli investitori ed è quindi prevedibile che si produca una più marcata divergenza tra vincitori e vinti, a tutto vantaggio di chi seleziona i titoli.
Raymond Ma, Gestore di FF China Consumer Fund commenta: “La tanto attesa inclusione delle A-share nell’indice MSCI Emerging Markets è una novità positiva, poiché offre una flessibilità di gran lunga maggiore per gli investimenti nell’universo delle A-share. In particolare, l’ammissione di questi titoli nell’indice ha una forte valenza simbolica, in quanto sancisce un miglioramento significativo dell’accessibilità al mercato delle A-share per gli investitori esteri.
Prevedo già a partire da adesso un aumento dell’attenzione verso i mercati cinesi da parte degli investitori globali. L’inclusione delle A-share sosterrà indubbiamente il sentiment nonché la liquidità del mercato, favorendo un maggiore afflusso di capitali a medio-lungo termine.
Le differenze di valutazione tra le A-share e le controparti H-share dovrebbero tendenzialmente diminuire. In generale, sembrano destinati a sovraperformare i titoli blue chip e large cap nei mercati delle A-share
con politiche stabili in materia di dividendi. In questo mercato continueremo a prediligere le società nei mercati delle A-share che vantano ottime prospettive di crescita e una forte capacità di generare flussi di cassa”.
Cosa cambia per gli investitori. L’inclusione delle A-share nell’indice segna un ulteriore passo avanti verso l’apertura dei mercati dei capitali cinesi. Per quanto concerne gli investitori internazionali, non tutte le società sono tuttavia posizionate nello stesso modo. Ad esempio non tutti i prospetti consentono l’investimento in A-share e questo punto necessiterà di essere modificato. Inoltre, alcune banche depositarie in Europa e negli Stati Uniti non hanno ancora l’autorizzazione a negoziare A-share. Pertanto, per chi ancora non è attivo in questo mercato, potrebbero essere necessari circa due anni per poter investire nelle azioni cinesi di classe Fidelity International è già in grado di muoversi su questo fronte in termini di accesso al mercato (es. quota QFII), attività di negoziazione, banche depositarie e ricerca, mentre molti altri non lo sono e questo rappresenta per noi un grande vantaggio competitivo.

 
 
Commento a cura di Sean Taylor, CIO APAC di Deutsche Asset Management
Nel breve termine, l’inclusione nell’indice MSCI Emerging markets avrà inizialmente un effetto limitato sulla quantità di capitali esteri che confluiranno nel mercato cinese. In primo luogo, le azioni avranno un peso solo dello 0,73% dell’indice globale MSCI mercati emergenti, con un flusso di capitale stimato di 14 miliardi di dollari tra gestione attiva e passiva. In secondo luogo, l’inclusione inizierà solo nel maggio 2018 e nell’agosto 2018.
Nel breve termine, il mercato delle azioni di categoria A è soggetto al rischio di una stretta di liquidità dovuta alla riduzione della leva finanziaria, a un sistema bancario ombra più lento e ad una crescita più bassa dell’M2. Ci aspettiamo che le H share e le società cinesi quotate negli US dominino l’interesse degli investitori.
A medio termine, la decisione di MSCI dovrebbe migliorare l’interesse degli investitori e la fiducia nel mercato delle azioni di categoria A. Questi titoli sono attualmente negoziati nel Connect Program, il che significa un accesso al mercato delle azioni A cinesi molto più allargato da parte degli investitori globali. Ciò ha anche eliminato la preoccupazione del rimpatrio di capitali. È una pietra miliare importante per una rappresentazione in futuro più significativa delle azioni A nell’indice e una maggiore rilevanza delle azioni cinesi nel portafoglio degli investitori globali “.

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