Sfruttare l’effetto PIR senza per forza comprare un fondo…

A cura di Daniele Bernardi, Ad Diaman Scf
…ma soprattutto senza dover rimaner bloccati per cinque anni. Si è molto dibattuto in questi mesi sulla bontà o meno di questo strumento legislativo diventato famoso per l’Acronimo PIR, ovvero Piani Individuali di Risparmio, che ha lo scopo di incentivare gli investimenti nelle PMI Italiane quotate e dare quindi un’impulso costruttivo alla ancor sofferente economia Italiana.
CONTESTO. Come ho già scritto nel post L’Italia è la miglior opportunità di investimento, se si somma l’effetto del maggior tasso di crescita delle piccole e medie imprese rispetto a quelle grandi, spiegato nel post Cosa sono i Factor Models?, (dove il premio al rischio delle piccole e medie imprese esiste e più essere catturato aumentando di conseguenza il rendimento del portafoglio) unito all’effetto che una tale normativa sta producendo in fatto di flussi di investimento costanti verso tale settore, sostenere che il comparto STAR delle piccole imprese Italiane salirà a dismisura è una previsione fin troppo facile.
PRO E CONTRO. Nonostante questo ci sono molti detrattori del fenomeno PIR anche tra gli stessi consulenti finanziari; molti di questi, anche molto esperti, hanno delle perplessità su tale trovata che loro definiscono commerciale per attirare i polli nel pollaio, vediamo le principali critiche:
1) costringere gli investitori a mantenere fermi i soldi per 9 anni su un prodotto che magari con il senno di poi si rivela inefficiente è un rischio;
2) Prendere la tassazione come scusa per convincere un cliente ad investire in un prodotto rispetto ad un altro non è professionalmente edificante;
3) I prodotti che sono nati, tipicamente dei fondi comuni di investimento, se non raggiungono dimensioni elevate rischiano di essere inefficienti e troppo costosi;
4) Le commissioni di gestione e di performance sono tornate a valori elevati, come spiegato molto bene nell’articolo di INVESTORS’ di maggio che invito a leggere e sono disponibile a regalare a chi dovesse chiedermelo nei commenti;
5) Se il mercato per quattro anni sale per effetto degli ingenti flussi di denaro (effetto bolla), e poi dal quinto ritorna a valori normali, il cliente perde il vantaggio dovuto alla tassazione e rischia di non beneficiare del forte rialzo iniziale;
MIE CONSIDERAZIONI. Tutte considerazioni che hanno un loro significato e che non vorrei più di tanto commentare, salvo il punto 5), perché a mio avviso è uno dei più probabili effetti di questa opportunità che oggi abbiamo sul nostro mercato locale.
DOMANDA E OFFERTA. Come ben sappiamo qualsiasi mercato, finanziario o reale è dominato dalla domanda e dall’offerta, significa che il prezzo del bene sale se c’è molta domanda, e scende se l’offerta è maggiore della domanda.
Questi fenomeni si sono visti centinaia di volte nei mercati finanziari e si vedranno anche in futuro, ma non solo, pensate alla bolla dei bulbi dei tulipani del 1600 in Olanda, pensate alla più recente bolla della New Economy degli anni 90-2000, scoppiata rovinosamente a marzo del 2001, ma pensate anche alla più dolorosa delle Banche, che dal 2003 al 2007 avevano più che quadruplicato il proprio valore per poi perdere mediamente il 90% nel decennio successivo.
Nulla nei mercati finanziari è esente da questo fenomeno di domanda ed offerta, quindi ancora di più lo sarà un mercato (meglio parlare al presente in realtà, visto che sta già accadendo), quindi ancor di più lo è un mercato di PMI Italiane innondato da una montagna di liquidità in arrivo che deve essere necessariamente investita dai fondi con meccanismo PIR.
OPPORTUNITA’? Bene, per ancora più di quattro anni possiamo stare (quasi) certi che l’indice FTSE ALLSHARE o meglio ancora l’indice STAR della nostra borsa salirà più del FTSEMIB o di altri indici Azionari Europei, ma poi cosa accadrà quando i flussi non solo termineranno, ma la gente incomincerà a togliere progressivamente i soldi che ha dovuto tenere investiti per 5 anni?
RISCHI? Io che per mia natura sono positivo, credo che in realtà il fenomeno dei deflussi tra cinque anni sarà minore, come impatto sui mercati, rispetto al fenomeno degli afflussi, per varie ragioni, la prima perché se la gente comunque ha fatto questi investimenti correttamente per mettere via dei soldi a lungo termine, sarà probabile che li lasci li ancora per diverso tempo, ma soprattutto perché il mercato sarà più maturo, liquido, avrà attratto operatori internazionali e quindi sarà meno soggetto ai deflussi degli investitori PIR.

Ma quindi è possibile come sfruttare al meglio questa effettiva opportunità di rendimento del mercato STAR in Italia, senza necessariamente comprare dei costosi fondi di investimento?
ALTERNATIVA. In collaborazione con la società HUBBLE Advisors di Londra, abbiamo studiato per loro un paniere di titoli con ottime potenzialità di crescita con cui hanno creato un Certificato di Investimento Delta One (ovvero a leva uno comprando semplicemente i titoli sottostanti) che investe su 10 titoli (ottimo compromesso tra diversificazione e concentrazione) del segmento STAR o comunque delle PMI quotate in borsa al fine di ottenere un rendimento maggiore rispetto all’investimento puro sul mercato Italiano, e probabilmente un rendimento comunque maggiore ad un fondo PIR con elevati costi più il 26% di tasse.
SCOMETTIAMO? La scommessa quindi è: un prodotto a basse commissioni (il 2% in tre anni) con concentrazione delle scelte di investimento (fatte con criteri quantitativi) è in grado di recuperare il 26% di tasse che dovrà pagare in più della media del mercato (supponiamo il FTSE ALLSHARE anche se contiene anche le large cap, ma d’altronde le contengono anche i fondi PIR che sono obbligati ad investire sulle PMI solo il 30% del portafoglio) a cui vanno tolte le commissioni di gestione, di performance?
VANTAGGI. Per me è altamente probabile, con il duplice vantaggio che questo certificato posso venderlo e riacquistarlo quando mi pare, e mi permette di compensare eventuali minusvalenze che invece i fondi PIR non permettono.
INFO. Il certificato sarà quotato dal 11/07/2017 presso l’EuroTLX con il codice ISIN: CH0372885449 e come quello sulla robotica, che ricordo ha raggiunto il 20% di rendimento, che era il target dichiarato al lancio, in meno di 6 mesi, è stato emesso da Leonteq con Arranger Hubble Advisor appunto.

I titoli selezionati sono quelli nell’immagine, ovviamente non voglio tediarvi con la logica con sui sono stati selezionati (anche perché è proprietà intellettuale DIAMAN) ma anche questo certificato pur avendo una durata di tre anni, che ne giustifica le commissioni al 2% in quanto il certificato parte a 1020, ha anch’esso l’obbiettivo di raggiungere il 20% di rendimento nel minor tempo possibile, dopo di che, pur rimanendo in vita il certificato, il nostro suggerimento spassionato è di venderlo ed acquisire il guadagno, visto che comunque opportunità nei mercati ce ne saranno sempre.

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