Verso una nuova Europa: fondamentali le riforme

A cura di Patrice Gautry, Chief Economist, Global Head of Economic & Thematic Research di Union Bancaire Privée
Gli ultimi risultati delle elezioni in alcuni paesi dell’Unione Europea sono stati un sollievo per mercati e investitori. Le elezioni in Olanda e in Austria, che sono riuscite ad allontanare l’estrema destra; le presidenziali in Francia, dove Macron ha avuto la meglio su Le Pen; gli ultimi risultati in Germania che hanno visto consolidarsi il potere del partito di Angela Merkel, sono alcuni esempi di come certi rischi relativi all’Eurozona siano sfumati.
Il fatto che i partiti anti europei non siano andati al potere, sebbene siano presenti in alcune città o in qualche governo regionale, rassicura i mercati e in particolare gli investitori nord americani. Dunque, per il momento sembra che l’effetto contagio della Brexit sia stato neutralizzato nell’Europa continentale e che le preoccupazioni più imminenti riguardino questioni globali come il prezzo del petrolio, il Medio Oriente o la crisi diplomatica in Qatar. A tale proposito, si deve inoltre notare che gli attacchi terroristici avvenuti contro città e interessi europei non hanno avuto alcun impatto sui mercati, suggerendo che gli investitori confidano nella capacità dei governi di saper gestire questi problemi.
Da un punto di vista economico e da una prospettiva di mercato, la situazione attuale nell’Unione Europea può essere vista come positiva. Le grandi economie dell’Eurozona stanno supportando la propria crescita, malgrado gli indici PMI siano leggermente calati. Abbiamo perciò rivisto al rialzo le nostre previsioni e ora ci aspettiamo una crescita al 2% nel 2017 e vicina al 2% anche nel 2018, grazie a una ripresa su larga scala tra i Paesi dell’euro e a un andamento più stabile nei Paesi core.
Nella situazione attuale, con politiche monetarie favorevoli, è consigliabile mantenere posizioni e rimanere overweight sull’azionario, in particolare su quello europeo. In ogni caso, la Banca Centrale Europea dovrebbe conservare una politica accomodante nel breve periodo, ma effettuerà dei cambiamenti graduali nelle sue comunicazioni, preparando così i mercati a una politica meno aggressiva per il prossimo anno.
Ciò avrà un impatto significativo sul mercato obbligazionario europeo, in quanto i rendimenti restano bassi in confronto all’andamento economico. Più precisamente, non c’è molto valore nei titoli di stato europei, specialmente in quelli tedeschi. Oltretutto, in un contesto di rendimenti in aumento, riforme strutturali rilevanti sono fondamentali per evitare pressioni al rialzo nel medio termine sugli spread periferici e per mantenere le economie su una traiettoria positiva. In quest’ottica l’Italia non ha fatto abbastanza riforme, a differenza di quanto ha fatto la Spagna a tempo debito, mentre per la Francia la sfida è grande, che  dovrà adottare riforme decisive per rilanciare la sua discreta crescita passata.
 I Paesi Europei si trovano di fronte a un bivio, con i problemi di sicurezza derivanti dai recenti attacchi terroristici che hanno spostato il dibattito. L’Europa è abituata a confrontarsi con questo tipo di problemi e, a onor del vero, ne è sempre uscita vittoriosa, fattore che rassicura mercati e investitori. Un progetto europeo rinnovato è ora l’altra sfida più grande che potrebbe spingere la crescita dell’Eurozona su una traiettoria più elevata e potrebbe rendere la politica meno dipendente dal resto del mondo. La vecchia Europa è pronta a lanciare una nuova Europa.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!