La correzione può attendere

A cura di Peter Rosenstreich (Head of Market Strategy) e Yann Quelenn (analista) di Swissquote
Entrando nella settimana che segnerà il calcio di inizio per la stagione delle trimestrali societarie americane, le nostre attese sono per una sovraperformance della Corporate America rispetto alle altre asset class, fatto che dovrebbe pertanto contribuire a mantenere l’attuale supporto alle quotazioni odierne. Se da una parte gli utili del settore energetico, dei materiali di base e dei tecnologici sono attesi in rallentamento, il risultato complessivo dovrebbe essere soddisfacente per gli investitori.
Rallentando le attività di trading man mano che si entra nel vivo dell’estate, i risutati trimestrali dovrebbero essere in grado di indicare la direzione che prenderanno i mercati nei prossimi mesi. Nel frattempo, la Fed ha indicato che continuerà ad alzare i tassi e la Bce seguirà presto questa scia.
Questo fenomeno a nostro avviso potrebbe portare ad una correzione del mercato azionario, anche se il momento non è ancora arrivato. I dati recenti indicano deflussi consistenti dall’equity europeo e  Usa  oltre che investimenti in rallentamento verso i mercati emergenti.
Tutti i classici segnali di una correzione del rischio. Benchè i dati macroeconomici provenienti dalle maggiori aree geografiche continuino a supportare la crescita degli utili, e il commercio globale resti positivo, il quadro sulla direzione che prenderà l’inflazione è ancora incerto.
Pertanto, anche se non possiamo ancora dichiarare conclusa l’esperienza di politica monetaria ultra-accomodante, di certo sappiamo che i suoi giorni sono contati. Mentre la Fed segnala la fine dei tassi a zero, dall’altra parte del Pacifico  lo spread con il decennale del governativo giapponese si allarga e lo yen è destinato a ritracciare nei confronti del dollaro Usa dopo aver toccato i livelli massimi degli ultimi dodici mesi.
Si tratta indubbiamente di una notizia positiva per la Bank of Japan che da anni sta conducendo una vera e propria battaglia contro la deflazione e potrebbe ora capitalizzare sul deprezzamento dello yen nel  suo tentativo di rinfuocare la crescita dei prezzi. A trascinare giù la valuta giapponese contribuisce anche l’andamento economico nipponico, con gli ordini dei macchinari scesi del 3,6% nel mese di maggio (che segue un ulteriore calo del 3,1% di marzo).

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