Affitti brevi, è guerra per la tassazione

FIMAA, Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, aderente a Confcommercio-imprese per l’Italia, ha comunicato di “prendere atto con sconcerto” di come l’attuale legislatore, con la conversione in legge del Dl 50/2017 (art 4), legata alla tassazione sugli affitti brevi, abbia ‘legittimato’ di fatto quella che considera un’attività economica abusiva.

“Accettare che portali internet (come Airbnb, Homeaway e simili) – si legge nel comunicato – che propongono la conclusione di contratti di locazione immobiliare siano qualificati come intermediari immobiliari in spregio alla legge n.39/1989, e quindi possano svolgere un’attività economica senza possedere i requisiti previsti dalla legge, soltanto per l’interesse di inquadrarli come sostituti di imposta, significa non voler considerare la professionalità, i costi e i sacrifici economici di un’intera Categoria professionale che conta più di 50mila imprese della mediazione immobiliare.

“Gli operatori regolari – prosegue il comunicato – sono abituati ad assumersi l’onere di nuove incombenze, come quella adesso voluta dal legislatore nel ruolo di sostituti d’imposta, ma non riescono proprio a comprendere come mediante l’assolvimento di questo unico onere un soggetto non abilitato ad esercitare l’attività di mediazione possa ritenersi autorizzato a compiere atti che devono considerarsi vietati dalla legge di riferimento.

“Perché allora continuare a soddisfare tutti gli altri requisiti previsti dalla legge 39/1989? – sottolinea Santino Taverna, Presidente FIMAA – Federazione degli Agenti immobiliari aderenti a Confcommercio-imprese per l’Italia – da oggi basterà esercitare l’attività di intermediazione immobiliare attraverso i portali internet e non vi saranno più gli obblighi di antiriciclaggio, assicurazione, delle 220 ore di corso per il superamento dell’esame abilitativo alla professione di agente immobiliare, e così via. Basterà unicamente soddisfare gli obblighi di sostituto di imposta e non vi saranno responsabilità professionali (ex articolo 1759 codice civile) obblighi di informazioni e di imparzialità, obblighi di avvalersi di collaboratori abilitati. Tutti liberi di esercitare la professione senza lacci e lacciuoli, e soprattutto senza competenze, professionalità e responsabilità”.

La posizione di Fimaa segue quella di Federalberghi sul rifiuto di portali quali Airbnb e simili di applicare la legge sulla tassazione. “La posizione dei portali di prenotazione che si rifiutano di applicare le nuove leggi in materia di tassazione sulle locazioni brevi – comunica la federazione degli albergatori – è inqualificabile ed inammissibile. Un conto è chiedere qualche giorno in più per mettersi in regola, anche se – prosegue la federazione degli albergatori – fa sorridere la circostanza che i colossi del web non riescano a calcolare il 21% di quanto incassato. In fin dei conti, si tratta della stessa formula matematica che utilizzano per calcolare le commissioni di loro spettanza. Ma se invece questa è una dichiarazione di guerra allo Stato, ci aspettiamo che lo Stato risponda nell’unico modo possibile: un accertamento urgente per stanare gli evasori e sanzionarli in modo esemplare.”

Federalberghi auspica che “l’Italia segua il buon esempio delle Baleari, che hanno annunciato sanzioni fino a 400mila euro per le piattaforme digitali che non provvederanno ad eliminare appartamenti irregolari e abusivi”.

Federalberghi rammenta inoltre il suggerimento formulato durante la discussione della manovrina: “occorre irrobustire la disposizione, prevedendo disincentivi per gli host che si rivolgono a portali poco trasparenti. Ad esempio, esentare dall’obbligo di registrazione unicamente i contratti stipulati per il tramite degli intermediari che trasmettono i dati all’Agenzia delle Entrate.”

 
 

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