Kames Capital: tra i PIIGS si aspetta solo l’Italia

A cura di Sandra Holdsworth, co-manager del Kames Absolute Return Bond Global Fund di Kames Capital
La Grecia è tornata sul mercato obbligazionario internazionale, teatro dal quale latitava dal 2014, anno che vide l’unica emissione di Atene dalla ristrutturazione del debito seguita alla crisi del debito sovrano europeo. Il riaffacciarsi della repubblica ellenica al panorama internazionale rappresenta un altro piccolo passo verso il recupero finanziario del Paese, strada alla quale sembrano credere anche gli investitori. Se circa la metà dell’emissione era finalizzata al rifinanziamento delle esposizioni esistenti, è da osservare come parte del nuovo debito sia stato sottoscritto da nuovi operatori, alcuni dei quali di provenienza estera.
La nazionalità degli investitori è un elemento da non sottovalutare. In qualche modo l’impegno di player esteri potrebbe aiutare il sistema bancario greco, iniettando somme non autoctone e permettendo così la riduzione del prestito ottenuto tramite il programma Emergency Liquidity Assistance (ELA). Tale diminuzione è necessaria affinché vengano rimossi i controlli sui movimenti di capitali imposti sulla Grecia nel 2015, anche se moltissime cose sono cambiate da quell’anno e qualcuno potrebbe rimanere stupito da come l’outlook sembri molto più favorevole.
L’economia è tornata a crescere, trascinata anche dai risultati dell’Eurozona; il livello di disoccupazione è in discesa; i conti pubblici hanno segnato un avanzo primario positivo lo scorso anno. Tutti questi fattori hanno garantito ad Atene di salire qualche scalino, negli ultimi dodici mesi, nei ranking di Standard&Poor’s e Moody’s, mantenendosi comunque su un preoccupante B-. D’altronde l’indebitamento resta enormemente elevato ed è opinione condivisa che questo livello sia insostenibile nel lungo termine.
Lo spread con i titoli tedeschi resta quindi ben ampio, con l’ultima emissione ellenica che garantisce un premio di circa il 5% rispetto al rendimento dei cugini teutonici. Il second worst in questa speciale classifica è il Portogallo, il cui debito sovrano è appesantito da un premio dell’1,3% sul Bund, valore più o meno in linea con quello che si vede sul mercato delle obbligazioni societarie con rating similare.
In conclusione, la crisi del debito sovrano ci aveva lasciato con 5 nomi chiave che andavano a formare lo pseudonimo PIIGS. Negli ultimi anni, Grecia, Irlanda e Spagna sono state promosse dalle agenzie di rating, mentre il Portogallo è stabile, anche se Fitch ha posto le basi per un piccolo rialzo, portando l’outlook a positivo. Dal quadro rimane fuori solo l’Italia, unica bocciata tra i “ripetenti”.
Le cose, comunque, potrebbero migliorare anche per la penisola: le prospettive si sono tinte di colori pastello, almeno nel breve termine; la fiamma della crescita appare ravvivata; gli interventi sul sistema bancario potrebbero dare finalmente stabilità al settore. Le buone notizie, quindi, potrebbero non essere finite.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: