Era ottobre del 2007 quando Alessandro Profumo rilasciava ottimistiche opinioni (non era certamente il solo) sulle pagine de “Il Corriere della Sera”. Il titolo dell’articolo era il seguente “Una crisi salutare e passeggera”. Passiamo alle affermazioni: “Si tratta innanzitutto di una crisi a livello di fiducia…vi sono ragioni per ritenere che la crisi non precipiterà e che l’adeguamento alla nuova situazione, pur con tutte le difficoltà, ripristinerà condizioni di maggiore sostenibilità nei mercati finanziari e favorirà una continua solida crescita globale” in quanto “..questa crisi si e’ verificata in un contesto di economia globale in ottima salute, con una crescita solida e geograficamente equilibrata”
Ottobre 2008. Sempre Corriere, sempre Profumo : “C’è stato un evidente deterioramento dello scenario macro-economico. Le turbolenze sui mercati viste in queste settimane non hanno precedenti nella storia dal crack del 1929. So che lo scenario esterno era già negativo prima. Chiaramente abbiamo sottovalutato le condizioni del mercato. Abbiamo fatto degli errori di valutazione, questo ci è assolutamente chiaro”. Altra intervista, medesimo periodo, rinnovate convinzioni: “Unicredit è più solida e più forte. Abbiamo le munizioni giuste per affrontare una crisi che non è di un singolo, ma è di un sistema”.
Un breve sunto di un apparente romanzo di (in)formazione. Curiosità finale: pochi giorni fa , precisamente il 28 gennaio 2009, durante il Summit mondiale su economia e finanza “Davos 2009”, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti si allontana alla domanda di un giornalista americano della CNBC, in merito alla supposta crisi di Unicredit. Si prospettano forse nuovi capitoli all’interno del romanzo?