Crescita degli utili, come i movimenti delle valute impattano sulle performance

A cura di Patrick Moonen, Principal Strategist Multi Asset di NN Investment Partners

La stagione degli utili del secondo trimestre mostra che, andando avanti, i movimenti valutari diventeranno una variabile importante, fra le varie regioni, in termini di performance relative degli utili.

In tutte le aree, gli utili hanno superato le aspettative. Tuttavia, se si guarda alla portata di questi risultati sorprendenti, gli Stati Uniti e il Giappone sono andati meglio dell’Eurozona. Infatti, la percentuale di società che hanno superato le stime negli Stati Uniti è stata del 77%, contro un 57% nell’Eurozona.

Una possibile spiegazione delle cifre relativamente modeste riportate dalle società dell’Eurozona può essere ricercata nella forza dell’euro, ciò significa che le vendite all’estero si traducono in una minore quantità di euro. Le valute costituiscono un elemento fondamentale per l’earning momentum relativo, e attualmente rappresentano, da un lato, un passo avanti per le società statunitensi, dall’altro un ostacolo sempre più rilevante per quelle dell’Eurozona.

Tuttavia l’economia interna dell’Eurozona sta crescendo più velocemente di quanto atteso inizialmente e questo dovrebbe attutire in parte l’impatto derivante dall’euro forte.

Notiamo inoltre che le stime di consensus del mercato indicano per il 2018 una crescita maggiore degli utili negli Stati Uniti (11,7%) piuttosto che nell’Eurozona (9,3%). Secondo le previsioni sarà migliore anche di quella degli utili giapponesi che, per l’anno finanziario che si concluderà a marzo del 2019, è attesa al 7,1%. Tale gap è aumentato negli ultimi mesi e riteniamo che ciò sia dovuto principalmente ai movimenti valutari.

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