Con il rialzo dei tassi, spazio alle convertibili

A cura di Nicolas Delrue, Head of Investment Specialists di Ubp

Le obbligazioni convertibili sono tradizionalmente note come asset “per tutte le stagioni” in virtù della loro doppia natura che combina le caratteristiche di uno strumento obbligazionario, fornendo una protezione al ribasso, con quelle dell’opzione call che incorpora e che permette di sfruttare il potenziale al rialzo del mercato azionario. Vi sono alcuni contesti di mercato che danno a chi investe in bond convertibili maggiori vantaggi rispetto ad altri. Nel contesto attuale, pensiamo che le condizioni siano mature per valorizzare queste obbligazioni.

Con l’aumento dei tassi d’interesse ben avviato negli Stati Uniti e con i rendimenti ancora molto bassi e gli spread molto stretti nel mercato del credito europeo, sia gli investitori che gli emittenti guardano alle convertibili con occhi nuovi.

Dal punto di vista degli investitori, l’opzione presente in questi strumenti – correlata positivamente ai cambiamenti nei tassi d’interesse – permette di controbilanciare le perdite dal lato dei bond in un contesto di rialzo dei tassi. Storicamente si è visto che i periodi di rialzo dei tassi sono stati anche caratterizzati da uno slancio positivo del mercato azionario, che ha fornito un supporto ai bond convertibili. Questo è ancora più importante in un momento in cui, al contrario, i rendimenti offerti nel mercato obbligazionario restano troppo bassi per compensare la perdita di capitale indotta. Guardando in avanti, pensiamo che una buona espansione economica dovrebbe spingere ulteriormente gli utili delle società, fornendo quindi una forza addizionale ai bond convertibili.

Questo tipo di mercati supporta anche le dinamiche di emissione delle convertibili. Con il rialzo dei tassi, le minori cedole tradizionalmente offerte nello spazio dei bond convertibili – in cambio del diritto di conversione – costituiscono un argomento chiave in favore di questa asset class per le società in cerca di finanziamento. I dati parlano da soli.

A fine giugno, l’emissione annuale di nuove obbligazioni convertibili ammontava a 42,3 miliardi di dollari – 4 miliardi di dollari in più rispetto ai volumi registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Negli Stati Uniti, le società del settore tecnologico in particolare sono state molto attive, riflettendo il miglioramento della crescita globale. Con ancora tre meeting del FOMC prima della fine dell’anno, gli investitori che leggono con attenzione le minute della BCE in cerca di indizi sulle sue prossime mosse, e considerate le solide performance del mercato azionario, ci aspettiamo che questo trend continui andando avanti. Per gli investitoti bottom-up, queste solo le premesse di maggiori opportunità di diversificazione, in un momento in cui le valutazioni restano interessanti nello spazio dei bond convertibili.

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