Separati alla nascita

PORTO ROTONDO

Da oggi, il Premier Silvio Berlusconi e Hugo Chavez sono più vicini che mai.

Alle sei di questa mattina infatti il candidato di centrodestra, Ugo Capellacci, può brindare alla vittoria come nuovo governatore della Sardegna.

Un risultato sperato (51,90% dei consensi) ma reso incerto fino all’ultima scheda scrutinata, che toglie lo scettro del potere dell’isola amata dal Premier all’odiato Renato Soru, dove qui vinse nel 2004 con il 50,13% dei consensi.

In totale le sezioni scrutinate sono 1658 su 1812, Cappellacci si è confermato al 51,90% dei consensi, mentre il presidente uscente si ferma al 42,89%, con un distacco tale da lasciare poco spazio all’ottimismo. Berlusconi  conquista così anche l’ultimo spicchio di paese, finora in mano alle odiate sinistre.

(Nella foto scattata in Sardegna, immortala Silvio in compagnia della coppia Blair ai tempi in cui Tony era Primo Ministro dello scacchiere)

CARACAS

Dall’altra parte dell’Atlantico, a Caracas, il presidente del Venuezuela fa molto di più.

Nel paese latino, il presidente Hugo Chavez è infatti riuscito a coronare il sogno di qualsiasi politico legato al suo paese: essere eletto a vita.

Succede così che Chavez  ha infatti ottenuto tramite referendum il diritto a ripresentarsi alle elezioni presidenziali del 2012, con largo margine.

(Nella foto Hugo Chavez in compagnia della modella Naomi Campbell, una delle sue innumerevoli fiamme)

Per fare questo però, Chavez ha dovuto mettere mano alla costituzione del Venezuela facendo approvare qualche modifica qua e là dai suoi stessi sudditi (il 54% degli lettori ha detto sì alla proposta di modificare la costituzione ). Il giubilo post risultati non si è certo fatto aspettare, e la strade di Caracas di sono riempite di sostenitori del presidentissimo per festeggiare la vittoria.

Forte di questa nuova forma di presidenzialismo (senza scadenza) Chavez ora potrà dedicarsi al suo sport preferito, distruggere il potere privato e fare del Venezuela uno stato socialista.

Arrivato sul gradino più alto del potere nel 1999 Chavez riuscì subito a modificare la costituzione per poter correre due mandati. Da allora è successo tutto e  il contrario di tutto: sostenitore dei poveri e delle masse meno abbienti, (cui avrebbe fornito cure mediche a domicilio e alimenti a basso costo) è allo stesso tempo tiranno contro i suoi antagonisti politici e vera malasorte per qualsiasi azienda internazionale, molte delle quali si sono viste stracciare sotto gli occhi contratti, diritti di sfruttamento del suolo e magari espropriare qualche impianto. Questo è Chavez, questo è l’uomo che il Venezuela dovrà vedere ancora per molto molto tempo.


ROMA

In Italia situazione più difficile. Il Premier Silvio Berlusconi ha già espresso forti dubbi sulla buona fede con cui è stata scritta la Costituzione Italiana, lasciando presagire nuovi possibili attacchi alla carta.

Il tutto è successo prima, durante e dopo il caso Englaro, quando il Silvio nazionale si trovò coinvolto in uno scontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Durante quei giorni convulsi, che si conclusero con la morte della giovane ragazza Eluana, Silvio ebbe a dire: “Ora andremo a fare delle riforme e può darsi che andremo subito a chiarire il dettato della Carta”.

Si quella carta che lascerebbe il Governo senza strumenti legislativi per lavorare e senza dei quali il Governo potrebbe pure tornarsene a Casa “se dovremo arrivare a quelle riforme della Costituzione che sono necessarie perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l’influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni” è arrivato a dire il Premier.

E’ ovvio che ci sono tutte le premesse per un presidenzialismo italiano senza tempo, come il latte a lunga conservazione. A quel punto però sarebbe utile far aprire alla Nuova Alitalia una rotta Roma/Caracas e magari già che ci siamo farsi spedire anche un po’ di petrolio, risorsa di cui il paese di Chavez è ricchissimo, noi no.

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