Come affrontare un secondo semestre molto incerto

Di C. Sweeting, Portfolio Management e T. Docal, Deputy Director di Templeton Global Equity

L’attenuazione delle ansie politiche ed il rafforzamento della crescita economica in Europa hanno contribuito all’avanzamento dei mercati azionari globali nel primo semestre del 2017. Ciò nonostante, Cindy Sweeting e Tony Docal, Templeton Global Equity Group, sostengono che gli investitori dovrebbero essere piuttosto prudenti nel secondo semestre dell’anno. Ritengono infatti che le valutazioni azionarie elevate ed i cambiamenti delle politiche delle banche centrali possano creare picchi di volatilità.

Le azioni globali hanno registrato solidi incrementi nel secondo trimestre, mettendo a segno un forte primo semestre del 2017 ed un anno altrettanto forte. Le azioni dei mercati sviluppati ed emergenti hanno beneficiato di utili societari resilienti, liquidità abbondante e crescita generalizzata nella maggior parte delle regioni e dei settori.

In retrospettiva, la flessione dei mercati sulla scia del voto Brexit nel Regno Unito lo scorso anno, ha segnato la fase di calo ai minimi di quello che è stato un momento difficile e volatile, creando il contesto per i nuovi progressi compiuti in questo periodo di rialzo di mercato pluriennale.

Nella fase iniziale del secondo semestre dell’anno, i mercati sembrano ora evidenziare un ottimismo piuttosto prudente, se non addirittura inquieto. La politica monetaria sperimentale delle banche centrali di tutto il mondo ha alimentato un apprezzamento delle quotazioni azionarie globali, uno dei cui effetti collaterali è però costituito da una pericolosa dipendenza dagli stimoli, per generare rendimenti di mercato sempre più elevati. Ciò potrebbe comportare problemi per le performance future dei mercati azionari, a mano a mano che le principali banche centrali procedono alla normalizzazione delle misure di politica monetaria straordinariamente accomodanti.

Nel contesto attuale, riteniamo che gli investitori a lungo termine non dovrebbero acquistare azioni in modo indiscriminato. Rileviamo tuttavia sacche di opportunità in determinati mercati e settori di tutto il mondo. Crediamo che questo sia un contesto in cui la disciplina basata sul valore e la gestione attiva del rischio siano destinate ad essere ricompensate a lungo termine.

Anno di calma in Cina

Le recenti misure del governo cinese miranti ad imbrigliare la creazione del credito e gli stimoli fiscali, evitando al contempo un rallentamento economico significativo, sembrano procedere costantemente. Prevediamo che queste misure rimarranno in primo piano sino all’assemblea del XIX Congresso Nazionale che si terrà il prossimo autunno, nel corso della quale il Presidente Xi Jinping procederà probabilmente ad un ulteriore consolidamento della propria autorità.

Ciò nonostante, non possiamo ignorare i consistenti eccessi creditizi irrisolti del paese, generati da un boom di investimenti che si è tradotto in un eccesso di capacità nei settori immobiliare ed industriale. Qualora la crescita cinese dovesse rallentare eccessivamente, a nostro avviso la Cina accantonerebbe probabilmente le riforme più recenti, ritornando alle misure del passato allo scopo di favorire la crescita.

I problemi cinesi sono ben noti. In sostanza, abbiamo pertanto evitato l’opaco e vulnerabile settore bancario, le imprese statali (SoE) ed il complesso industriale dominato da un’offerta eccessiva. Rileviamo valore in società dotate di potenziale di crescita sottovalutato, principalmente nei settori di salute, assicurazioni ed informatica. Ci sembrano interessanti anche alcune società nel settore delle telecomunicazioni, dove troviamo una combinazione di basse valutazioni e robusto cash flow libero.

Incertezza negli Stati Uniti

Nonostante la continua resilienza dell’economia e dei mercati azionari statunitensi, nutriamo alcune preoccupazioni. La fiducia degli investitori nella capacità del Presidente Donald Trump di attuare politiche favorevoli alle imprese sembra essere diminuita dopo le elezioni dello scorso anno. Al momento, non è chiaro se i piani della sua amministrazione intesi a ridurre le imposte o favorire gli investimenti in infrastrutture si tradurranno effettivamente in leggi.

È inoltre difficile ignorare il fatto che, dopo otto anni di stimoli non convenzionali da parte della Fed, le azioni statunitensi stanno segnando il secondo periodo di rialzo più lungo dopo la seconda Guerra Mondiale. Riteniamo che il passaggio ad un quadro di politica monetaria più tradizionale e sostenibile comporterà dei problemi per i membri della Fed.

A nostro giudizio, le valutazioni delle azioni statunitensi non sono basse e non rispecchiano adeguatamente i rischi politici e di mercato che osserviamo. Rileviamo comunque valori in titoli selezionati dei settori tecnologico, finanziario e della salute, ma anche nel bistrattato settore dell’energia.

Finora, è stato un anno duro per il petrolio, i cui prezzi sono stati spinti al ribasso da vari fattori, tra i quali le preoccupazioni per le scorte statunitensi eccessive. Pur ritenendo che gli attuali fondamentali del mercato dell’energia giustifichino un prezzo del petrolio pari o superiore a 50 dollari statunitensi, notiamo anche che gli incrementi di produttività sul fronte dell’estrazione da scisti statunitensi hanno aumentato l’elasticità dell’offerta da parte di questi swing producer decisivi, un fattore che potrebbe mettere un tetto a significativi rialzi dei prezzi. Prevediamo pertanto che i prezzi del petrolio siano destinati a muoversi entro un range limitato nel breve termine ed intendiamo mantenere un atteggiamento opportunistico a livello di singoli titoli in considerazione delle fluttuazioni di prezzo attese.

Passaggio dell’Europa alla crescita

Negli ultimi sei mesi, la crescita economica positiva, la politica monetaria favorevole ed i risultati elettorali favorevoli al mercato hanno giovato ai mercati europei. Il consolidamento del potere del neoeletto Presidente francese Emmanuel Macron sul piano legislativo offre opportunità di riforme favorevoli al mercato. A nostro giudizio, i suoi piani di allentamento delle leggi sul lavoro e di taglio di imposte e spese, sembrano promettenti per il paese e l’eurozona in generale.

Nel complesso, l’economia dell’area euro ha registrato un’ampia ripresa e sta entrando in un ciclo di crescita pluriennale. Nel corso dell’ultimo anno, la crescita del PIL europeo ha infatti superato quella statunitense e gli utili societari sono in aumento.

Osserviamo inoltre segnali di tendenza al rialzo dei tassi d’interesse in alcuni paesi, con il potenziale di ulteriori aumenti in futuro. I titoli finanziari sono particolarmente destinati a beneficiare di tassi più elevati, nonché della crescita della domanda di credito nell’eurozona. Questi fattori, uniti al calo delle perdite su crediti, a regolamenti più favorevoli ed a controlli più rigidi dei costi, stanno rafforzando le previsioni di crescita degli utili bancari.

Continuiamo a trovare opportunità interessanti tra i titoli finanziari, nonché nei settori industriali, dei materiali e dell’energia.

Confusione politica nel Regno Unito

Il Regno Unito ha attraversato un periodo più difficile rispetto al resto dell’Europa. Il grave errore di calcolo elettorale del Primo Ministro Theresa May è stato l’episodio più recente nell’evoluzione della storia Brexit. Dopo aver indetto elezioni anticipate, May ha dilapidato la maggioranza parlamentare del Partito Conservatore ed infuso nuova vita all’opposizione.

Malgrado le giustificabili preoccupazioni macroeconomiche nel Regno Unito, rileviamo valore in alcuni titoli britannici. Salvo poche eccezioni, privilegiamo le società prevalentemente multinazionali con consistenti fatturati esteri. Questi tipi di società, seppure domiciliate nel Regno Unito, dovrebbero essere meno esposte alle pressioni economiche interne.

In effetti, nonostante le eclatanti notizie politiche e le reali minacce economiche nazionali, pensiamo che il Regno Unito rimanga un mercato azionario relativamente attraente. Le azioni britanniche (misurate in base all’Indice FTSE 100) offrono il rendimento azionario più elevato rispetto a qualunque regione primaria (misurato in base all’Indice MSCI World).[1] Le valutazioni britanniche sono le più basse degli ultimi 15 anni rispetto al resto del mondo.[2] Ciò che più conta è che le società incluse nell’Indice FTSE 100 con oltre il 70% del fatturato generato all’estero sono destinate a beneficiare della sterlina più debole.

Opportunità nei mercati emergenti

Le valutazioni nei mercati emergenti appaiono sotto molti aspetti interessanti in rapporto a quelle dei mercati sviluppati.[3] Continuiamo tuttavia a seguire un processo rigoroso di selezione dei titoli. La debolezza del ciclo tecnologico asiatico, degli scambi commerciali globali o un rallentamento più accentuato dell’economia cinese, potrebbero incidere negativamente sui rendimenti del mercato azionario. Una flessione dei prezzi delle materie prime ed una contrazione della liquidità in dollari statunitensi, a fronte della riduzione del bilancio da parte della Fed, sono altri due rischi che potrebbero ripercuotersi negativamente sulle azioni dei mercati emergenti.

Abbiamo trovato la maggior parte delle occasioni nei mercati emergenti in Asia, dove notiamo un lento miglioramento della corporate governance. I management team stanno dimostrando un maggiore impegno nei confronti degli azionisti di minoranza e stranieri. Riteniamo che trasparenza, liquidità ed accesso al mercato si stiano muovendo generalmente nella direzione giusta.

Anche il Giappone si sta muovendo in questa direzione, ma tra i mercati emergenti asiatici intendiamo evidenziare la Corea del Sud come l’esempio probabilmente migliore di progressi sul fronte della corporate governance e delle riforme nella regione asiatica. A nostro giudizio, il neoeletto Presidente Moon Jae-in probabilmente attuerà stimoli fiscali, si impegnerà per cominciare a riformare le prassi anti-concorrenziali ed opache delle potenti conglomerate conosciute come “chaebol” ed a normalizzare i legami economici con la Cina. Il settore bancario del paese è destinato a beneficiare di questa stabilità politica, nonché della crescita economica e degli aumenti dei tassi d’interesse. Nonostante queste tendenze favorevoli, le banche della Corea del Sud sono ancora scambiate a valutazioni non impegnative.

Quadro complessivo

A nostro giudizio, utili societari e generazione di cash flow saranno i fattori più importanti per i rendimenti azionari in futuro. Restiamo estremamente concentrati su fondamentali aziendali e tendenze operative societarie.

Riteniamo che la politica delle banche centrali continuerà a richiedere l’attenzione dei mercati nel secondo semestre dell’anno. Nelle ultime settimane, è diventato sempre più evidente che molte banche centrali mondiali stanno cercando di eliminare gli stimoli fiscali straordinari che hanno sostenuto i prezzi degli asset dopo la crisi finanziaria globale. In quanto investitori orientati ai fondamentali, saremmo lieti di un ritorno alla normalizzazione delle politiche.

Alla luce di ciò, pensiamo anche che gli investitori debbano essere pronti ad un aumento della volatilità dopo un periodo insolitamente tranquillo per i mercati finanziari globali.  Siamo soprattutto interessati alle azioni che sembrano attualmente sottovalutate rispetto ai fondamentali economici di lungo termine, nonché alle azioni che offrono un certo grado di caratteristiche contro-cicliche o controcorrente, qualora si esaurisse la fase rialzista di mercato alimentata dalle banche centrali e sostenuta dagli Stati Uniti.

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