L’India verso un mercato rialzista pluriennale

Di Gaurav Sinha, Asset Allocation Strategist, WisdomTree

Ridham Desai, responsabile della ricerca sul segmento azionario indiano presso Morgan Stanley è da poco balzato alle cronache per avere affermato che “il mercato indiano potrebbe triplicare nei prossimi cinque anni”. L’outlook ottimistico di Desai sull’India ci trova assolutamente concordi: l’espansione degli utili e gli afflussi azionari del Paese saranno spinti al rialzo dai cambiamenti sostanziali in atto nell’economia.

Negli ultimi anni, il governo Modi ha gettato le fondamenta per modernizzare l’economia indiana. Tra i provvedimenti adottati:

La riforma della tassazione indiretta: la Goods and Services Tax (GST)

  • Il frammentario regime fiscale federale assoggettava in precedenza le aziende indiane a una serie infinita di balzelli per il trasporto delle merci da Stato a Stato. Ciò comportava gravi inefficienze e incoraggiava l’evasione fiscale.
  • Il 1° luglio l’India ha unificato i 29 Stati e i 7 territori della Confederazione indiana ed è entrata in vigore la GST. In parole semplici, si tratta dell’unificazione di un regime fiscale e dell’imposta sui beni e i servizi sotto due tetti: statale e centrale.
  • Ciò comporta una semplificazione della politica fiscale che contribuirà a ridurre l’evasione e a uniformare il Paese sotto un unico sistema fiscale.
  • L’attività indiana potrà espandersi tra l’1% e il 2% grazie alla maggiore efficienza del sistema.

Digitalizzazione diffusa

  • L’India sta per completare un sistema biometrico digitale basato sulla scannerizzazione della retina e la rilevazione delle impronte digitali chiamato Aadhaar. Dall’apertura di un conto corrente alla dichiarazione dei redditi, questo sistema d’identificazione unico sarà necessario per ogni cosa.
  • Per un Paese di oltre 1,2 miliardi di persone ciò implica per i prossimi anni un’infinità di dati reali per gli algoritmi di machine learning. L’India diventerà una miniera d’oro per gli analisti.
  • L’incentivo alla digitalizzazione nell’ambito della governance bancaria comporta pratiche più trasparenti sia nel settore pubblico sia nel privato.

Le riforme del settore finanziario

Negli ultimi mesi, il Governo ha implementato una serie di riforme del settore finanziario, introducendo un codice che favorisce lo smaltimento dei crediti inesigibili e gli investimenti sia esteri sia quelli diretti, oltre a programmi di pulizia dei bilanci da asset tossici. Inoltre è stata introdotta l’obbligatorietà del conto corrente bancario (gratuito per i più poveri) che, secondo gli ultimi dati, dal gennaio 2017 ha significato l’apertura di circa 270 nuovi milioni di conti, che hanno inondato le banche indiane con 665 miliardi di rupie di liquidità.

Ognuna delle misure di cui sopra indica una trasformazione sostanziale rispetto al modo in cui l’economia indiana si è comportata in passato. Queste modifiche strutturali accelereranno il motore economico indiano che ha iniziato solo ora a scaldarsi.

L’India, negli ultimi dieci anni, è cresciuta tra il 6% e il 7%, ma solo il 3% della popolazione in età da lavoro paga le tasse, l’85% dell’economia è costituito da attività sommerse, le banche non avevano alcuna speranza di recuperare gli asset deteriorati e oltre la metà della popolazione non disponeva di un conto corrente. Ciò considerato, non è difficile ipotizzare quale sarà la crescita del Paese dopo che tutti questi fattori saranno irrevocabilmente impatti dalle recenti riforme.

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